Una settimana dedicata alla Sanità in Campania: ieri in Provincia di Caserta, oggi Ad Avellino, domani a Salerno. E’ questo il tema trainante della settimana di campagna elettorale del Presidente della Regione Vincenzo De Luca che, oggi, è arrivato nella città ospedaliera di Avellino per inaugurare una sala operatoria ibrida sala operatoria ibrida, un nuovo reparto per l’Unità operativa di Neonatologia e Tin e l’avvio dei lavori per l’ampliamento del Pronto soccorso. Ma la sua visita non arriva in un momento idilliaco per la struttura ospedaliera irpina. L’ospedale Moscati è quasi al collasso. Ieri la direzione strategica dell’Azienda ospedaliera ha disposto il blocco dei ricoveri programmati. Un’emergenza confermata anche dal Primario del reparto al governatore. “Il primario mi ha confermato che il pronto soccorso è in sofferenza, ma ci muoveremo subito per risolvere queste criticità”.
Poi De Luca si sofferma sull’ampliamento del reparto di urgenza.“Vorrei sottolineare il metodo con cui abbiamo progettato il pronto soccorso. Abbiamo creato un gruppo di lavoro coinvolgendo tutte le figure professionali interessate: il primario del pronto soccorso, gli infermieri, gli ingegneri, l’esperto di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il gruppo, composto da circa 10-15 persone, ha visto la partecipazione diretta anche di noi dirigenti: direttore sanitario, amministrativo e generale.Dopo diverse riunioni, abbiamo definito il progetto che poi abbiamo presentato al presidente nella ex sala operativa del 118.Oltre al raddoppio dello spazio dedicato al pronto soccorso, ritengo che il vero valore aggiunto sia stato il coinvolgimento di tutte le professionalità che effettivamente utilizzeranno la struttura. Non so se si possa definire un metodo innovativo, ma certamente è razionale e corretto dal mio punto di vista.Per quanto riguarda le tempistiche, il contratto prevede 300 giorni di lavoro: i cantieri sono stati avviati a gennaio, e la fine dei lavori è prevista per ottobre 2025.L’obiettivo principale del progetto è creare percorsi razionali e condivisi per ottimizzare i flussi dei pazienti. Il pronto soccorso non può e non deve essere considerato un reparto a sé stante, ma piuttosto la porta d’ingresso dell’ospedale verso il territorio. È il punto di passaggio per i pazienti, il cui destino all’interno dell’ospedale sarà il ricovero o la dimissione.Gestire i flussi in modo efficiente è fondamentale. Con questo progetto e con il potenziamento, che ci auguriamo, del personale, speriamo di ridurre al minimo i tempi di permanenza dei pazienti nel pronto soccorso”.
Ma per De luca l’attenzione del governo regionale non si ferma al capoluogo. “Qualche giorno fa sono stato a Sant’Angelo dei Lombardi, e qualche mese fa ad Ariano Irpino, dove abbiamo realizzato un ospedale ex novo, una bellissima struttura. Abbiamo avviato i lavori anche per l’ospedale di Solofra, un progetto che ha richiesto grande pazienza e determinazione. Oggi possiamo dire di avere un ospedale perfettamente integrato con il Moscati, fondamentale per ortopedia e procreazione medicalmente assistita.Abbiamo investito quasi 5 milioni di euro e raddoppiato il Pronto Soccorso. Il reparto di Neonatologia è stato potenziato con una terapia intensiva neonatale a cui teniamo moltissimo. Abbiamo realizzato una sala operatoria ibrida, probabilmente la più moderna della Regione Campania”.
Poi il presidente della giunta Campana risponde con sarcasmo a chi gli chiede del danno erariale per 609 mila euro che gli viene contestato dalla Corte dei Conti per la vicenda delle smart card prodotte dalla Regione per l’attestazione dell’avvenuta vaccinazione contro il Covid nel 2021. Tutto il gruppo di lavoro che si occupava della green card oggi è tranquillo a casa, mentre solo il presidente della Regione deve rispondere alla Corte dei Conti per 600.000 euro. È un paese curioso, eh. Ma sto già preparando l’assegno. Battute a parte, l’Italia è un paese complicato. Tuttavia, se si vuole cambiare la realtà, bisogna assumersi responsabilità, prendere decisioni e andare avanti. Altrimenti, è meglio cambiare mestiere”.
Poi De Luca apre una riflessione seria sulla correttezza amministrativa nella ripartizione dei fondi. “Devo dire che il 99% di coloro che fanno il mio lavoro ha una vita tranquilla, perché in questo paese nessuno ha voglia di combattere.L’Italia è una grande balda trasversale in cui tutti sono amici di tutti. E quindi, anche quando si pongono problemi di equità e di correttezza elementare, si trovano sempre ostacoli. Prendiamo ad esempio la ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale: com’è possibile che da 15 anni la Regione Campania sia l’ultima d’Italia nella distribuzione delle risorse?Com’è possibile che ancora oggi riceviamo 40 euro pro capite in meno rispetto all’Emilia-Romagna, al Veneto o ad altre regioni? È semplicemente una questione di equità e di pari diritti per tutti i cittadini italiani, dal Piemonte alla Sicilia. E tuttavia, per ottenere questo risultato bisogna combattere”.
Il governatore focalizza l’attenzione sulla sottrazione delle risorse destinate, in particolare alla sanità, al Mezzogiorno: “Quando si arriva a Roma, centro, destra e sinistra se ne infischiano. Se c’è la possibilità di sottrarre risorse al Sud, lo fanno tutti. Noi, invece, siamo impegnati in un lavoro straordinario. Ieri sono stato a Caserta, dove a febbraio partirà la costruzione di un nuovo ospedale a Sessa Aurunca, un investimento da 100 milioni di euro. A Marcianise inaugureremo nuovi reparti, così come ad Aversa e a Santa Maria Capua Vetere. Abbiamo stanziato 50 milioni di euro per il Policlinico di Caserta”.
Qualche giorno fa sono stato a Sant’Angelo dei Lombardi, e qualche mese fa ad Ariano Irpino, dove abbiamo realizzato un ospedale ex novo, una bellissima struttura. Abbiamo avviato i lavori anche per l’ospedale di Solofra, un progetto che ha richiesto grande pazienza e determinazione. Oggi possiamo dire di avere un ospedale perfettamente integrato con il Moscati, fondamentale per ortopedia e procreazione medicalmente assistita.Abbiamo investito quasi 5 milioni di euro e raddoppiato il Pronto Soccorso. Il reparto di Neonatologia è stato potenziato con una terapia intensiva neonatale a cui teniamo moltissimo. Abbiamo realizzato una sala operatoria ibrida, probabilmente la più moderna della Regione Campania.
Dal punto di vista tecnologico, per il governatore la Campania è oggi la prima regione d’Italia. “Abbiamo recuperato decenni di ritardi: per vent’anni non abbiamo investito un solo euro nel rinnovo delle strutture ospedaliere, perché eravamo commissariati. Una regione commissariata non poteva accedere ai fondi previsti dall’articolo 20, una vecchia legge degli anni ‘80 destinata all’edilizia ospedaliera. Solo nel 2019, usciti dal commissariamento, abbiamo potuto iniziare a utilizzare quelle risorse.Oggi la Campania ha il piano di edilizia ospedaliera più vasto d’Italia, con oltre 3 miliardi di euro di investimenti. Nessuna altra regione ha avviato un programma simile. Ieri ho avuto un incontro con il responsabile della Misura 6 del PNRR, che finanzia la sanità, e gli ho chiesto: “In tutta Italia, quanti sono gli ospedali nuovi in costruzione?” La risposta è stata: zero”.
Poi il governatore traccia le varie tappe effettuate e quelle future sul fronte dell’edilizia sanitaria. Domani, si apre il cantiere per il nuovo ospedale Ruggi d’Aragona a Salerno: 470 milioni di investimento, 730 posti letto, 13 piani di altezza. “Abbiamo dovuto rifare la gara per un ricorso amministrativo, ma ora siamo pronti.Stiamo costruendo ex novo diversi ospedali: Ruggi a Salerno, Santobono a Napoli (che sarà il più grande ospedale pediatrico d’Italia con tecnologia avanzata), il nuovo ospedale di Giuliano, quello di Sessa Aurunca, quello di Aversa, e così via. Stiamo facendo in Campania ciò che non si è fatto in tutto il resto d’Italia negli ultimi dieci anni .
Poi De Luca punta il dito contro Roma: “Eppure, quando sento certi personaggi parlare della Campania da Roma senza nemmeno sapere dove si trovi, mi indigno. Sto spiegando a tutti che la stupidità non è un argomento valido e che non ho tempo da perdere con chi parla senza conoscere i fatti.Quella che stiamo realizzando nella sanità campana è una vera rivoluzione. E, ripeto, dal punto di vista tecnologico siamo già la regione più avanzata d’Italia.Dobbiamo però sempre tenere conto del punto di partenza. Quando si fanno confronti con altre regioni, bisogna partire da condizioni paritarie. Vi ricordo che, dal punto di vista finanziario, la Campania riceve 200 milioni di euro in meno rispetto alla media nazionale e ha 15.000 medici in meno. Per dare un’idea: ogni 1.000 abitanti, in Campania ci sono 10,2 medici, mentre in Emilia-Romagna ce ne sono 18,9, quasi il doppio. Lo stesso discorso vale per i posti letto. Nonostante queste difficoltà, siamo all’avanguardia in Italia per l’edilizia ospedaliera, per il rinnovamento delle tecnologie e per gli ospedali nuovi che stiamo costruendo”.
Uno degli obiettivi principali, a breve e medio termine, riguarda le liste d’attesa. “Vogliamo che la Campania sia la prima regione d’Italia tra marzo e aprile. Già oggi, l’85% delle prestazioni richieste viene garantito entro due settimane.In altre regioni d’Italia, invece, adottano una strategia diversa: se non c’è disponibilità per una prestazione sanitaria, semplicemente non registrano la richiesta, evitando così di far risultare tempi d’attesa lunghi. È un trucco incredibile.Le nostre criticità principali nelle liste d’attesa riguardano l’ortopedia e la chirurgia bariatrica. Mi aspettavo problemi in oncologia o neurochirurgia, invece i picchi si registrano per interventi di protesi al ginocchio e per l’obesità. Inoltre, esiste un meccanismo truffaldino per cui alcuni primari provenienti dal Nord vengono in Campania una volta al mese, visitano i pazienti e poi li trasferiscono nelle loro regioni per operarli.Dobbiamo migliorare anche nei tempi d’attesa per prestazioni oculistiche e gastroscopie, ma manchiamo di personale. Se necessario, faremo convenzioni con strutture private per ridurre i tempi. L’obiettivo è che, entro marzo-aprile, la Campania diventi la prima regione italiana per tempi di attesa nella sanità pubblica.E tutto questo lo stiamo facendo con 15.000 medici in meno rispetto alla media nazionale. Ricordatelo sempre”.