Dopo il pareggio con la Juve Stabia, l’Avellino di Piero Braglia torna subito in campo per la trasferta sul campo del Foggia. Una sfida molto sentita che nel recente passato ha regalato grandi emozioni al popolo biancoverde.
Salito in corsa sul treno chiamato Serie C, grazie ai guai di Bitonto e Picerno, il Foggia ha vissuto un inizio di stagione alquanto movimentato. Tra una squadra da costruire quasi ex-novo e un valzer di allenatori (Capuano, Maiuri) ancor prima di dare il primo calcio al pallone, le polemiche non sono assolutamente mancate. Sulla panchina dei pugliesi siede adesso Marco Marchionni (classe 1980), ex calciatore dai piedi buoni, che dopo essersi abbeverato alla fonte di Silvio Baldini (era il suo secondo a Carrara) tenta adesso l’avventura da capo allenatore. In una piazza calda e difficile, al cospetto del girone più complicato della categoria. Scopo preciso, raggiungere l’obiettivo che, ora come ora, non può essere diverso da quello della salvezza.
Dopo l’ottimo avvio di campionato (secco 2-0 al Potenza di Somma) la strada della formazione rossonera si è fatta subito in salita con due sconfitte consecutive che hanno subito smorzato gli entusiasmi del debutto. Prima è arrivato il sanguinoso ko interno con il Bisceglie (1-3 nel recupero della prima giornata) poi quello (2-1) sul campo del Catanzaro, restando in dieci in entrambe le occasioni. Al “Ceravolo” il Foggia si è visto soltanto nella ripresa, dopo un primo tempo dominato dai padroni di casa incapaci però di chiudere il match. Ci vuole del tempo per amalgamare il nuovo gruppo ma il calendario corre e non sorride. Avellino, Ternana, Bari in rapida successione. Un tappone dolomitico che potrebbe disegnare una radiografia ben precisa sul difficile torneo che aspetta il club che tanto bene di sé fece parlare agli inizi degli anni Novanta.
Nella rosa pugliese, dove figurano gli ex biancoverdi Fumagalli (buon inizio per lui) e Garofalo (partito da titolare a Catanzaro dopo due subentri dalla panchina), sta emergendo la gran qualità di Alessio Curcio. Arrivato dal Catania, numero 10 sulle spalle, il fantasioso calciatore nativo di Benevento si sta facendo apprezzare per le sue giocate. Sia da seconda punta (nel 3-5-2) che da trequartista (3-4-1-2) griffando anche la metà (2 su 4) delle reti realizzate dalla sua squadra. Gol purtroppo inutili alla causa visto che in entrambe le circostanze non sono stati portati punti a casa. Curcio però è in palla, pronto a regalare nuove soddisfazioni a chi ha fermamente creduto in lui.