Avellino – Le misure anti-Covid colpiscono duramente il commercio e anche ad Avellino gli esercenti sono scesi in piazza. “Serve una moratoria sui costi di gestione”, spiega Antonello Tarantino, direttore di Confesercenti – Associazione Imprenditori Irpini, che lancia un appello agli avellinesi: “Comprate dai commercianti nostri, date loro un mano”. Oggi, intanto, il Tar torna a discutere del mercato bisettimanale.
I commercianti protestano contro le nuove misure e anche Associazione Imprenditori Irpini è scesa in campo.
Precisiamo che l’iniziativa non è partita direttamente da noi, ma da un gruppo di commercianti che non sono associati a noi. Io ho voluto portare la nostra solidarietà ai presenti, d’altronde anche i nostri iscritti hanno le stesse problematiche. Durante la manifestazione è stata illustrata una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ma sarebbe servito altro. Io avrei chiesto anche un incontro con il Prefetto per presentare delle proposte. Non basta solo esporre dei fatti che sono, ormai, a conoscenza di tutti. In questa fase, in cui comprendo la protesta e la rabbia, bisogna anche limitare i danni e cercare di portare qualcosa a casa, oltre che fare denunce su fatti che sono tangibili.
Quali potrebbero essere le proposte per aiutare i commercianti in questa fase delicata?
Innanzitutto, alla luce dell’incontro tra Governo e associazioni nazionali, spero che ci possa essere un passo indietro da parte del Governo. Per i settori della ristorazione e dei centri benessere, le ultime disposizioni sono state una mazzata. Prima hanno dovuto adeguarsi a tutte le prescrizioni imposte, spendendo un po’ di soldi, e poi si sono visti chiudere. Detto ciò, tramite un tavolo regionale o comunale, si potrebbe chiedere una moratoria rispetto ai fitti dei locali, naturalmente salvaguardando gli interessi di chi fitta. Ma serve anche buonsenso. I proprietari, piuttosto che non avere più un locale affittato, farebbero meglio a trovare un accordo per questi mesi. È meglio sospendere adesso il pagamento dei canoni per avere una sicurezza in futuro. Oltre a una moratoria sui fitti ne serve anche una sui tributi. Al Comune di Avelino chiederemo di far slittare o congelare il pagamento dei tributi locali. Sono convinto che, almeno per i prossimi tre mesi, servirà una moratoria sui costi di gestione che le aziende devono sostenere. Ci sarà una forte riduzione delle entrate che va compensata con una diminuzione delle spese. Altrimenti molti commercianti saranno costretti a chiudere. Oltre a queste misure, sarebbe auspicabile individuare dei fondi per garantire una liquidità immediata alle attività.
Le attuali misure colpiscono direttamente ristoratori, palestre, gestori di bar, ma anche le altre attività non se la passano bene.
La situazione è difficile per tutti. La gente ha paura e non scende più. Noi in tempi non sospetti, dopo la pandemia, abbiamo messo a disposizione a spese nostre una piattaforma, per incentivare il commercio online. Ora la rilancio per salvaguardare il nostro territorio e invito tutti ad iscriversi. A Natale, invece di comprare sulle grosse piattaforme internazionali, acquistiamo dai negozianti di Avellino, anche utilizzando strumenti di e-commerce. Gli esercenti locali non devono più considerarsi dei concorrenti, ma devono collaborare tra di loro. Serve un cambio di mentalità, il competitor non deve essere più visto come un rivale. Per questo il mio invito è ad utilizzare insieme questa piattaforma, creare delle sinergie e fare in modo che i soldi degli acquirenti restino in Irpinia.
Al sit-in di protesta dei commercianti ci sono stati due grandi assenti: gli avellinesi e la politica. Nelle altre città, le persone scendono in piazza insieme agli esercenti, perché da noi non è successo?
Voglio credere che la gente abbia paura di scendere in strada. Gli avellinesi, poi, sono sempre restii a solidarizzare e lo abbiamo visto anche in altre occasioni, ma qualcosa si inizia a muovere. Non dimentichiamo che Avellino, per la maggior parte, è costituita da persone che sono dipendenti pubblici e magari non sentono la crisi. Con questo non voglio accusare nessuno. I cittadini, però, possono dare anche una solidarietà che non sia fisica, ma almeno andando a spendere nei negozi. Le attività hanno investito tanto per le sanificazioni e sono luoghi sicuri. In alternativa possono comprare online, ma sempre dagli avellinesi.
E invece per quanto riguarda l’assenza della politica?
Non mi stupisce, basta vedere a livello nazionale quello che succede. Nella fase di maggiore criticità non si trovano momenti di unione. Il sindaco di Avellino ha motivato la sua assenza per evitare strumentalizzazione e io potrei essere d’accordo con questa giustificazione. Noi siamo pronti a fornire le nostre proposte al Comune. Purtroppo, però, con questo virus nessuno riesce a fare qualcosa di definitivo. Per questo invito gli avellinesi a spendere dagli avellinesi, almeno per salvare il salvabile.
Da un problema a un altro. Oggi il Tar affronta di nuovo la vicenda mercato con un nuovo ricorso presentato da voi. Cosa chiedete?
L’avvocato, anche in virtù di quelle voci che si erano diffuse sulla difficoltà di Arpac a fornire i risultati nei tempi previsti e che quindi l’udienza sarebbe stata rinviata, come poi è accaduto, avanzò una richiesta in via incidentale per ritornare alla vecchia ordinanza in cui si prevedeva lo svolgimento del mercato a piazzale degli irpini, il martedì e il sabato, e lo spostamento dei pullman lungo via De Gasperi, durante quei giorni. Visti anche gli attuali tempi lunghi per Campo Genova, chiederemo che almeno si possa tornare ad utilizzare Piazzale degli irpini, senza mandare via i pullman, ma solo spostandoli quando c’è il mercato. Sicuramente c’è la spada di Damocle dei pareri sanitari che mancano, ma questa cosa va valutata con attenzione. Il problema, eventualmente, riguarderebbe gli alimentaristi che, però, hanno tutti dei camion attrezzati e quindi sono abbastanza autonomi. Nel frattempo potremmo cominciare a far usare il piazzale alle altre attività. Intanto attendiamo la decisione del Tar. Sono abbastanza fiducioso. Altrimenti avremo un mercato sospeso fino a febbraio, ma a quel punto molti operatori non ci saranno più. Il Covid sta danneggiando anche loro, e ad Avellino la situazione è ancora peggio per i motivi che conosciamo.