Gigi Proietti nei ricordi degli avellinesi – IL CIRIACO

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Gigi Proietti – Foto tratta dal suo sito ufficiale

La notizia della scomparsa di Gigi Proietti – gigante del teatro italiano ma anche amatissimo protagonista della tv – nel giorno in cui avrebbe compiuto ottanta anni ha avuto la capacità di creare un attimo di sospensione nel flusso delle news ormai monopolizzate dalla seconda ondata della pandemia. 

Non solo perché Proietti è stato un volto familiare a tutti sin dagli anni ’70, non solo per la sua verve da mattatore e la capacità di essere attore brillante ma anche pensoso e persino drammatico, non solo per il sorriso accattivante e per la voce profonda e vibrante, con Gigi Proietti se ne va non solo un protagonista dello spettacolo italiano, ma un intero un pezzo della nostra storia. Una storia fatta di attori dalla formazione accademica ma capaci di calarsi nelle strade, succhiarne l’umore popolare e poi riplasmarlo in caratterizzazioni geniali e piene d’amore, anche per i marginali, per gli uomini della strada capaci di eroismi e miserie. Una storia fatta di amore per la musica e la cultura popolare, Proietti è stato “romano de Roma” come pochi, ma anche seducente crooner, ammiccante seduttore, sguardo venato di follia e di incontenibile allegria, corpo d’attore flessuoso e metamorfico, docente e mentore di attori che si spera ne proseguano la lezione di gigantesco professionismo e passione.

Nel corso della sua lunghissima carriera Gigi Proietti è stato anche in Irpinia, ne ricorda il passaggio lo scrittore Franco Festa. Il giallista avellinese, infatti, sul proprio profilo Facebook ricorda una storica apparizione di Proietti nella Avellino da poco colpita dal Terremoto del 1980, nell’ambito degli appuntamenti di “Musica Incontro” ideati dall’indimenticato Gaetano Vardaro, docente di Diritto del Lavoro con

Gaetano Vardaro e il gruppo Arci Musica Incontro – dal sito Avellinesi.it

la passione per la cultura militante. A corredo del post che recita: “GRAZIE A GAETANO VARDARO, GRAZIE A MUSICA INCONTRO, GIGI PROIETTI FU QUI, TRA NOI, DOPO IL TERREMOTO”, ci sono alcune foto tratte dal sito Avellinesi.it che gentilmente Festa ci ha concesso di utilizzare.

Locandina Proietti – dal sito Avellinesi.it

Altra memoria di quell’evento Giuliana Freda che con noi ricorda: “Era da poco passato il terremoto, Arci Musica Incontro organizzò una serie di appuntamenti in un Teatro Tenda che era stato donato alla città affinché potessero svolgersi degli spettacoli. Gigi Proietti fu il primo ad accettare e portò, lui da solo, il suo “A me gli occhi please”, suo cavallo di battaglia in quel periodo. Una nevicata ci costrinse a spostare lo spettacolo al Cinema Partenio, Proietti fu incredibile e la platea gremita era in visibilio. Avevamo pensato a lungo se fosse il caso di aprire gli incontri, che poi proseguirono con altri grandi come Vittorio Gassman, con uno spettacolo un po’ divertente, ma il successo fu tale da toglierci ogni dubbio. A cena andammo tutti a casa dell’avv. Enrico Giglio, gli scarsi fondi di cui disponevamo all’epoca non ci consentivano di fare un grande banchetto, l’ospitalità fu però perfetta e Proietti fu un fiume in piena, quasi continuando a cena ciò che aveva appena finito di fare sul palco. Fu una bellissima esperienza, una serata indimenticabile, per noi e per Avellino, allora ancora così provata dagli eventi tragici di pochi mesi prima”. 

Ma non era stata quella la prima volta di Proietti ad Avellino, nel 1975 infatti il grande attore fu insignito del Premio Laceno d’Oro come Miglior Attore. Tanto per fare memoria di quella storica edizione, con Proietti furono premiati anche: Alberto Lattuada (Miglior Regista), Rada Rassimov (Migliore Attrice), Stefano Satta Flores e Michele Placido (Migliore Attore Giovane) e Giovanni Ricci (Miglior produttore).

La regista Luisa Galdo

Commosso anche il ricordo di Luca Cipriano, che ne rievoca la presenza con “Pierino e il Lupo” al Teatro Carlo Gesualdo nel 2012, e quello della regista e videomaker Luisa Galdo che lo cita come suo ispiratore in un suo post: “La vita e’ un mozzico ma tu hai lasciato il segno. Ricordo da piccola, circa sei anni, in settimana bianca in Trentino un animatore guardava sempre in tv un uomo nero con i guanti bianchi che si contorce su se stesso e sfoderava un sorriso smagliante. Era una VHS e la metteva a ripetizione. Totalmente abbacinata, ipnotizzata e travolta, appena potevo mi sedevo accanto a lui per guardare. Con la tua mimica impeccabile, a tratti demoniaca, eppure rigorosa per la prima volta ebbi la consapevolezza di cosa volesse dire essere un “uomo di teatro”. La tua genialità mi ha accompagnata per tutta la vita, grazie Gigi”.

 



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