La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati di Gianandrea De Cesare: sono state annullate le ordinanze del Gup e del Riesame che avevano dichiarato inammissibili i ricorsi di De Cesare perché si era già formato un giudicato. Gli atti sono quindi rimessi al Tribunale di Avellino.
A questo punto l’imprenditore partenopeo starebbe chiedendo chiarezza sugli atti posti in essere dal custode giudiziario Francesco Baldassarre e dall’amministratore delegato della Sidigas Dario Scalella. Secondo indiscrezioni questi ultimi sarebbero rei, secondo De Cesare, di aver operato soltanto nel dismettere i rami d’azienda e non nel sanarla.
Gianandrea De Cesare contesterebbe dunque, tra i vari atti, anche la cessione dell’Us Avellino 1912, avvenuta per 1.3 milioni alla IDC, passata poi in mano ad Angelo Antonio D’Agostino. L’obiettivo dell’imprenditore partenopeo sarebbe quello dunque, a tempo debito e con le dovute procedure, di riottenere il controllo della Sidigas, di riappropriarsi dei beni sequestrati e anche della società biancoverde.
De Cesare starebbe, inoltre, contestando anche la parcella di Scalella (che vorrebbe revocare da a.d. della società del gas) e le consulenze pagate ai collaboratori, ritenute onerose e in contraddizione con le difficoltà economiche della Sidigas.