Avellino – La qualità dell’aria in città continua a peggiorare e i dati si fanno sempre più allarmanti. Nemmeno le piogge di questi giorni sono riuscite a contrastare la diffusione delle polveri sottili nell’aria e, come accaduto anche a marzo e aprile, nonostante il lockdown e quindi la circolazione estremamente ridotta delle auto, le centraline di monitoraggio presenti in città continuano a registrare sforamenti. E aumentano i record in negativo.
La centralina di via Piave ha toccato quota 70 sforamenti dall’inizio dell’anno (cifra mai raggiunta negli anni passati). A oltre un mese dalla fine del 2020, Avellino ha già raddoppiato il numero massimo di superamenti consentiti per legge (35). E non va meglio anche nel caso della centralina di via Scandone. Per la prima volta, infatti, anche lei ha superato la soglia dei 35 sforamenti, attestandosi al momento a 39.
Entrambe le centraline presenti in città, quindi hanno fatto suonare il campanello d’allarme a oltre un mese dalla fine dell’anno. A preoccupare molto è chiaramente quel quota 70 toccato dal dispositivo di via Piave segno che c’è un emergenza inquinamento in atto che va affrontata immediatamente. L’argomento, tra l’altro, dovrà essere oggetto di una seduta monotematica di Consiglio Comunale in cui si discuterà delle modifiche da apportare al protocollo anti-smog sottoscritto da Avellino e dai Comuni dell’hinterland. La bozza delle modifiche è stata già preparata dalla commissione Ambiente, presieduta da Gerardo Melillo, ma al momento non è stata ancora fissata la data di Consiglio in cui verrà affrontata l’emergenza inquinamento, ma l’occasione utile potrebbe arrivare il 24 novembre giorno in cui è stata fissata la conferenza dei capigruppo.
Più centraline e regole uguali per tutti i Comuni: le modifiche al piano antismog