Avellino – Ascoli, la gioia prima della disperazione

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Domenica 23 novembre 1980. L’ottava giornata di Serie A propone la sfida tra Avellino ed Ascoli. I lupi di Vinicio, dopo il ko nel derby con il Napoli, arrivano all’appuntamento occupando l’ultimo posto in classifica con soli 2 punti, causa la penalizzazione di 5 che condiziona la buona partenza. I marchigiani di G.B. Fabbri con gli stessi punti dei biancoverdi (7) navigano in posizioni di classifica decisamente più tranquille. L’Avellino ha l’obbligo di vincere.

Lupi in campo con Tacconi in porta, Giovannone e Beruatto sulle bande laterali, Cattaneo stopper e Di Somma libero. Centrocampo con Valente, Repetto e Vignola. Piga e Juary a supporto di Ugolotti in attacco. Risponde l’Ascoli con: Muraro, Anzivino, Mancini, Perico, Gasparini, Scorsa, Torrisi, Moro, Trevisanello II, Scanziani, Bellotto. Direzione di gara affidata al signor Benedetti di Roma.

Pomeriggio caldo, molto lontano dal clima abituale della stagione. Emozioni e gol si susseguono in una sfida intensa e con colpi di scena a ripetizione. Al minuto 11 autogol di Scorsa per la prima gioia biancoverde. Al minuto 23 pareggio ascolano con Trevisanello II. Tutto da rifare. 11 e 23, numeri che resteranno scolpiti per sempre nella memoria di tutti. Strani scherzi del destino. L’arrembaggio irpino riprende ritmo. La danza di Juary riporta avanti i biancoverdi al ’35, Ugolotti spinge sull’acceleratore firmando il tris al ’46. Finita? Nemmeno per sogno. Scanziani rimette i suoi in carreggiata al ’63. Si sbuffa, si soffre. Ci pensa ancora Ugolotti al minuto 81. Freddo e glaciale dal dischetto, il numero 9 fissa il risultato sul 4-2. Partenio in estasi. Perugia superato, l’Avellino comincia a scalare la classifica.

Avellino-Ascoli 4-2. La gioia prima della disperazione. Di lì a poco si sarebbe scatenato l’inferno. Un inferno che avrebbe cambiato per sempre la vita di moltissime persone.





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