Giornata internazionale contro la violenza di genere: il manifesto della Cgil – IL CIRIACO

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Si celebra domani la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il segretario generale della Cgil di Avellino Franco Fiordellisi, dice: «La violenza di genere in questi mesi di pandemia si somma, in particolare nelle aree depresse, nelle situazioni con meno lavoro, ad ulteriori criticità. Di fatto la mancanza di Lavoro o il Lavoro precario ha sempre determinato un appesantimento della “condizione femminile».

Essere Donna, ancora una volta vuol dire pagare il prezzo più alto, anche in questo contesto pandemico, a sopperire a lacune di “disorganizzazione” sociale e pubblica resta sempre la  donna, che mai viene valorizzata adeguatamente: «Nella pandemia – sostiene Anna De Luca, della segretaria della Cgil di Avellino – i risvolti negativi che sta avendo in alcune situazioni di convivenze già difficili, sia dovute agli spazi comuni ristrettì, sia a rapporti insani nella coppia, si sommano alle complicazioni legate anche alla Dad in cui il ruolo che, soprattutto le donne, mamme, hanno “necessariamente” assunto nella famiglia, obbligandole spesso a tralasciare o addirittura abbandonare il proprio lavoro, seppur precario o in nero e mal pagato, perché c’è ancora, in molti ambienti e contesti sociali variegati, il retaggio maschilista  secondo cui il lavoro delle donne “fuori” casa è un di più ai lavori già definiti nelle famiglie».

 

«Tutto questo spesso in contesti di stress sfocia in violenze ingiustificate e inammissibili. Il 25 novembre deve essere sempre da monito contro ogni violenza fisica ma anche contro la violenza Economica e Sociale che, in particolare nelle aree a maggior disuguaglianza sociale, come da noi non permette un lavoro dignitoso sia per giovani che per le donne, sullo sviluppare economia che veda il lavoro femminile arrivare al pari di quello dei maschi è fondamentale».

 

Inoltre, sottolinea ancora De Luca, «i centri antiviolenza sono fondamentali per il supporto psicologico, ma serve anche la definizione di percorsi che permettano il certo supporto economico, necessario a sostenere le donne che denunciano, specie quando sono state relegate a dover essere “solo” donne di casa.  infine e non da ultimo l’importante ruolo della medicina territoriale di prossimità, le USCA che rilancino anche i consultori, come luoghi di prossimità in cui incrociare i primi, necessari, supporti anche in caso di violenza familiare».

 



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