«Quando ci si ritrova di fronte ad una situazione del genere, le strade da percorrere sono due: fermarsi o premere l’acceleratore. Abbiamo scelto di prendere il toro per le corna e di accettare la sfida dello streaming». La 45esima edizione del Festival Internazionale del Cinema Laceno d’Oro si farà, nonostante il Covid. Se la pandemia ha suggerito al Governo di chiudere cinema e teatri, gli organizzatori del Festival hanno deciso di aprire le sale virtuali. Dal 6 al 13 dicembre 2020 attraverso la piattaforma MyMovies sarà possibile seguire lungometraggi, corti, documentari, workshop, mostre e premiazioni.
Ad entrare nel dettaglio di un’edizione certamente straordinaria, per modalità di visione e partecipazione, è il direttore artistico del Festival e referente del circolo “ImmaginAzione” Antonio Spagnuolo. «Siamo tra coloro che sono fermamente convinti dell’importanza del cinema in presenza e ci uniamo a quanti hanno criticato la scelta di chiudere le sale cinematografiche e i teatri, luoghi in cui non si erano registrati contagi proprio perché facilmente adeguabili alle normative anti Covid. Ma al tempo stesso siamo consapevoli che, dopo la pandemia, nulla tornerà come prima e quindi abbiamo scelto di accettare da subito la sfida dello streaming. Il Festival- spiega Spagnuolo- sarà trasmesso interamente su Mymovies, la piattaforma italiana di cinema più importante, più seguita, su cui hanno viaggiato i film dei festival di Venezia e Torino. Una scelta che ci permetterà di avere anche i film stranieri che richiedono una serie di garanzie di controllo per la visione che Mymovies può dare facilmente. Ritrovarci su una piattaforma del genere significa dare davvero a tutti la possibilità di vedere il Laceno d’Oro da ogni angolo del mondo. Resta chiaramente il cruccio di portare il festival fuori dalla sua dimensione tradizionale, la città di Avellino e l’Irpinia, ma viviamo un momento assolutamente straordinario e, nonostante tutti gli impedimenti dovuti alla chiusura dei cinema, abbiamo cercato comunque di mantenere vivo il rapporto con il territorio. Il Laceno d’Oro, che anche quest’anno ha avuto il conforto della Regione che, ancora una volta, lo ha classificato ai primi posti tra i Festival della Campania, ha “adottato” quattro cinema campani, tre di Avellino e uno di Napoli, a cui andranno i ricavati dei biglietti virtuali per i quattro lungometraggi fuori concorso, ognuno dei quali è abbinato ad una sala. E’ il nostro modo di dare un segnale di vicinanza ai cinema, luoghi molto più sicuri di tanti altri, che stanno pagando un prezzo carissimo in questi mesi di emergenza sanitaria». E sempre in streaming si avranno le premiazioni dei tre concorsi internazionali del Festival, dedicati ai lungometraggi, ai corti e ai documentari, così come il Premio alla Carriera “Laceno d’Oro 2020” che quest’anno andrà a Carlos Reygadasal, regista messicano autore di Post Tenebras Lux e Our Time. «Sia la premiazione che l’intervento di Reygadasal saranno chiaramente da remoto, con la promessa di averlo dal vivo qui ad Avellino il prossimo anno» aggiunge Spagnuolo. Nessuna fila al botteghino dunque, ma la possibilità di vedere le oltre settanta opere in programma, provenienti da venti Paesi, pagando un unico accredito da 9,90 euro. «Una sorta di mini abbonamento che comprende tutti i film del Festival. Inoltre stiamo lavorando ad un concorso recensione dei film rivolto agli studenti delle scuole di Avellino che in premio avranno la visione gratis di alcune pellicole» chiarisce il direttore artistico. Spazio anche al quarantesimo anniversario del terremoto del1980 con la proiezione di due lavori made in Irpinia, “?????? ??? ?????” di Chiara Rigione, nella sezione Fuori Concorso, e il documentario “????? ?? ????? ???????” di Giulio D’Andrea e Paola Liloia, nella sezione Spazio Campania. Ma il legame con l’Irpinia sarà presente anche con un’altra iniziativa di sponsorizzazione del territorio. «C’è la possibilità di sottoscrivere un accredito “sostenitore” da 39,90 euro che, oltre all’accesso a tutti i film in programma, include una gift box di prodotti irpini del valore commerciale superiore al costo dell’abbonamento. Un’iniziativa possibile grazie alla sponsorizzazione di un’azienda locale che potenzialmente potrà portare all’invio di questo regalo in tutto il mondo. E’ anche questo – chiosa Spagnuolo- un modo per far conoscere l’Irpinia fuori i confini regionali e nazionali, e di rimarcare l’indissolubile legame tra il Festival e la sua terra».