“Stare lontani dalla scuola per i piccoli rifugiati è una frattura doppia. Non vedono l’ora di tornare in classe” – IL CIRIACO

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Anche Aboulladi, Adam, Abdoulraman e Ashracat non vedono l’ora di tornare a scuola in presenza e poter ritrovare i loro compagni di classe e le loro maestre. Per loro, arrivati da Siria e Ghana, la scuola è il momento più importante di socializzazione, apprendimento e integrazione. Se per tutti i bambini la didattica a distanza rappresenta oggettivamente un difficile distacco dalla realtà seppur momentaneo, per i piccoli rifugiati lo è ancora di più sia dal punto di vista emotivo che scolastico: difficile imparare attraverso uno schermo materie nuove e in una lingua che non è la propria. Ma Aboulladi, Adam, Abdoulraman e Ashracat, insieme ai più piccoli Samuel e Sara, che ha da poco spento la sua prima candelina, non si sono persi d’animo e hanno imparato a riempire le loro giornate studiando, giocando e impegnandosi in diverse attività. Sono i piccoli abitanti dello Sprar “Sale della Terra” di Petruro Irpino. A raccontare la routine dei bambini ai tempi del Covid, è Antonella Milano coordinatrice del progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati che ospita attualmente, nell’ambito del progetto Piccoli Comuni del Welcome, tredici persone, quattro nuclei familiari. Ma, soprattutto, sei bambini da zero a sedici anni, che hanno ripopolato la fascia d’età infantile di un paese che conta poco più di duecento abitanti reali.

«Abbiamo dotato i bambini degli strumenti informatici necessari alla didattica a distanza, tablet e computer, e ciascuno di loro sta seguendo le lezioni regolarmente tutte le mattine in collegamento con le loro scuole (Santa Paolina e Altavilla Irpina). Per loro interrompere il rapporto fisico con la scuola non è stato semplice:  parlano prevalentemente arabo, quindi per studiare tramite la dad significa lavorare il doppio rispetto ai coetanei italiani. Abbiamo per questo assicurato tre ore pomeridiane al giorno di doposcuola per evitare che restassero indietro. E loro sono contenti hanno tanta voglia di imparare, si impegnano al massimo in tutte le attività. Ma chiaramente ne risentono: chiedono di continuo quando riapre la scuola, perché hanno tanta voglia di tornare tra i banchi e tutti ce lo auguriamo. La distanza è un elemento di frattura che non aiuta nel loro percorso di apprendimento ed inclusione» racconta Milano.

Ma non c’è solo lo studio nella vita dei bambini siriani e ghanesi di Petruro. Le loro giornate sono piene di attività, prima della pandemia aperte al paese, per ora all’interno della struttura.

«Lo Sprar, questo è lo spirito del progetto Piccoli Comuni del Welcome, diventa luogo di socialità per tutto il paese. I bambini di Petruro adorano partecipare alle nostre attività. Si vive insieme, si svolgono laboratori che arricchiscono tutti, sia i piccoli ospiti della struttura che i loro coetanei petruresi. Ad ottobre avevamo iniziato con successo il laboratorio “Favole dal mondo”. Un appuntamento settimanale con la lettura, ma soprattutto con l’interculturalità- racconta ancora Milano- L’educatrice che lo ha organizzato ha scelto una serie di fiabe provenienti da varie parti del Mondo, dalle favole di Esopo a quelle africane e asiatiche, e i bambini hanno iniziato proprio grazie al laboratorio a confrontarsi tra di loro, ad imparare da culture e tradizioni diverse, appassionandosi pian piano ognuno alle storie dell’altro. Eravamo arrivati a ripercorrere il 30esimo anniversario della convenzione dei Diritti del Fanciullo, con un laboratorio ad hoc con cui, attraverso video e giochi, abbiamo spiegato quali sono i loro diritti. Poi hanno tante passioni che cerchiamo di coltivare. Tra di loro c’è un bambino appassionato di scacchi, un vero genio, e avremmo voluto organizzare un torneo aperto agli altri appassionati della provincia, ma per adesso abbiamo dovuto congelare l’iniziativa. Per ora, da quando la Campania è diventata zona rossa, abbiamo dovuto purtroppo restringere l’attività ai soli ospiti dello Sprar per evitare di mettere a rischio contagio loro e gli altri bambini del paese, ma speriamo di poter tornare presto a lavorare tutti insieme.  Se la Campania diventerà zona gialla prima di Natale, rispettando il distanziamento sociale, organizzeremo a consegna dei doni agli anziani del paese insieme a Babbo Natale».

Arrivati a Petruro insieme alle loro famiglie tra il 2018 e il 2019, alcuni di questi bambini stanno per diventare cittadini irpini a tutti gli effetti. «Sono diverse le famiglie che nel tempo, terminato il percorso Sprar, hanno deciso di restare sul territorio.  L’obiettivo di Piccoli Comuni del Welcome è quello di fare accoglienza ma anche di ripopolare le realtà delle aree interne. Tra poco la famiglia siriana lascerà la struttura ma resterà a Petruro. Abigail, il capofamiglia, ha raggiunto il traguardo della terza media a giugno scorso e sta proseguendo il suo percorso di studi. Nel frattempo  ha frequentato un corso di inserimento formativo e lavorativo con noi, e siamo riusciti a collocarlo, prima con un tirocinio poi con un contratto di lavoro full time a tempo indeterminato, presso una azienda del territorio che si occupa di marmi. E’ stato bravissimo a costruirsi una stabilità economica qui, ed ora sta cercando casa proprio a Petruro. Così guadagniamo in colpo solo quattro bambini, praticamente raddoppiamo il numero di bambini del paese. Un motivo di gioia in un periodo davvero difficile come quello che stiamo vivendo, ma anche di grande soddisfazione perché vuol dire che il nostro progetto, che ha il supporto totale dell’amministrazione comunale e che si muove in rete con gli altri dieci Sprar gestiti da “Sale della Terra” in altrettanti comuni, ha raggiunto il suo obiettivo».



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