Ok al Consolidato, ma sbuca il caso della teca nel giardino del Museo – IL CIRIACO

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Avellino – Ordini del giorno rinviati, ma anche l’invito al Presidente Ugo Maggio a dimettersi da parte del capogruppo dei 5 Stelle, Luigi Urciuoli. La lunga antivigilia di Natale in Aula, cominciata di buon mattino alle 9 e terminata a serata inoltrata, non risparmia colpi di scena, compreso una piccola frattura nell’opposizione in merito alla nomina dei componenti della commissione paesaggistica. In un’Aula che ha dato il via libera, nonostante le critiche di Amalio Santoro, a vari documenti finanziari come la salvaguardia degli equilibri di bilancio e del Consolidato, ha fatto capolino anche l’autorizzazione ad un intervento che la Provincia effettuerà nella corte del Museo provinciale per realizzare una teca da destinare a convegni ed eventi, presentato dall’assessore Emma Buondonno e contestato dal capogruppo di “Si può”, Santoro.

«In città e in molti ambienti questo intervento appare azzardato perché quel palazzo mantiene una sua armonia in una delle poche realtà della città che mantiene intatto il senso della bellezza – spiega. Invece si fanno tre interventi non di poco conto e impattanti». Molto critico, Santoro, anche sulla possibilità di realizzare, sempre da parte della Provincia, una caffetteria all’ingresso principale del museo: «Andiamo ad agire in un luogo sensibile inventandoci un’altra caffetteria dopo che ne dovremmo fare una all’Eliseo. Soprattutto ci avventuriamo in interventi strutturali senza che la Provincia abbia mai prodotto un rilancio di idea su quella struttura». Posizione, questa, contestata dall’assessore Buondonno che chiarisce: «Rassicuro Santoro, questo è uno dei classici interventi non modificanti sia la struttura che l’integrità del progetto architettonico originario. E’ un intervento reversibile. La teca, così come viene realizzata oggi, può essere rimossa domani perché verrà fatta con materiali che ci danno l’assoluta garanzia che è un intervento reversibile e non intacca l’idea originaria del progettista». Mentre per quanto riguarda la realizzazione di una caffetteria ammette: «Io non sono un’amante degli apertivi, ma queste opere sono definite oggi calde perché servono ad attrarre più persone. Nelle altre città queste attività stanno facendo avvicinare molte fasce giovanili riscuotendo una nuova vitalità».

In apertura di seduta c’è stato il ricordo commosso del dottore Sergio Pascale da parte del consigliere Nicola Giordano con un minuto di silenzio da parte di tutta l’Aula. Prima dell’inizio dei lavori, però, il capogruppo dei 5 Stelle, Luigi Urcioli, ha chiesto, e ottenuto dall’Aula, il rinvio del primo punto all’ordine del giorno, la nomina del vice presidente del Consiglio Comunale dopo le dimissioni di Ferdinando Picariello, ma ha anche invitato il presidente Maggio a rassegnare le proprie dimissioni. «Le dimissioni di Picariello non mi hanno sorpreso anche perché ho interloquito di recente con lui e mi ha manifestato la causa che di fatto è un disagio – spiega Urciuoli. Lo stesso che mi hanno manifestato anche altri consiglieri. Questo disagio, che io condivido e comprendo, è stato creato da Maggio». Alla richiesta di rinvio dell’elezione da parte di Urciuoli, si è associata anche quella di Amalio Santoro di procrastinare anche l’altro punto all’ordine del giorno, la surroga dei consiglieri dimissionari dalla commissioni. «Sindaco e Presidente devono tener conto di quanto accaduto nelle ultime settimane e di un disagio che è emerso – spiega. Credo sia opportuno stralciare sia il punto della vice presidenza e delle commissioni, per confrontarci serenamente in capigruppo, scegliendo una via trasparente che consenta alle istituzioni di funzionare nel pieno delle loro funzioni». Una richiesta accolta anche dal capogruppo di maggioranza, Gerardo Melillo (Vera Avellino) sia «per dare un buon esempio a tutta la città» che per «distendere il clima». Da parte di Maggio, di fronte all’invito a dimettersi è arrivata la replica: «Se doveste chiedere le mie dimissioni, vorrà dire che la prossima volta voteremo sia per il presidente che per il vice».

Rinviati i due punti all’ordine del giorno, è andata meglio al terzo relativo alla soppressione della commissione edilizia e l’istituzione della commissione per il paesaggio, nonostante Dino Preziosi (La svolta) abbia chiesto il rinvio anche di questo per «arrivare a una scelta condivisa sulla costituzione della commissione paesaggistica. Sarebbe meglio confrontarsi in una capigruppo per individuare dei nomi condivisi da tutti a garanzia della città». Proposta non accolta dai capigruppo, ma che non ha lasciato indifferente Preziosi che ha sottolineato il suo disappunto nei confronti dei suoi colleghi di minoranza: «Prendiamo atto che c’è un problema nell’opposizione, ma questo lo sapevamo già. Avevo chiesto il rinvio per arrivare a un solo nome condiviso e ciò non è stato possibile. Ci sono due nomi proposti da un consigliere, un terzo proposto da un altro. Per quel che mi riguarda ritiro la mia proposta».

La lunga maratona dell’antivigilia di Natale ha coinvolto anche i conti del Comune con l’arrivo in Aula, non solo dei consueti debiti fuori bilancio, ma anche della salvaguardia degli equilibri e del Consolidato. Quest’ultimo «serve a rappresentare in un unico risultato economico-patrimoniale, quindi il patrimonio e gli utili, in un gruppo allargato insieme alle partecipate – spiega l’assessore alle Finanze, Enzo Cuzzola. Non consolideremo tutte le partecipate perché non può essere fatto alla luce di alcuni parametri. Gli enti presi in consolidazione sono: Alto Calore, Acs, ente idrico campano, consorzio Cirpu, Fondazione universitaria. Ci danno come risultato un patrimonio netto di quasi 65 milioni di euro. Consolidando ci ritroviamo con un utile di esercizio di quasi 3,5 milioni di euro». Critico l’esponente di opposizione Santoro: «L’assessore ci rassicura sui conti partendo da un dato positivo perché ci sarebbe una voce attiva di oltre 3 milioni, ma basta leggere un po’ di cifre e ci si accorge che il risultato positivo è legato a una voce singolare che riguarda sopravvenienza attive e insussistenza del passivo di oltre 6 milioni di euro. Una voce generica e misteriosa». Oltre ai dubbi dal punto di vista economico, però, Santoro punta il dito contro alcune partecipate: «Cosa ci sta a fare in questi luoghi il Comune di Avellino? Con l’Alto Calore c’è una transazione in corso, ma quell’ente resta schiacciato da 144 milioni di debiti. Poi c’è l’ente idrico per il paghiamo una quota per stare dentro, ma ancora non ha presentato uno stralcio del piano d’ambito. Inoltre dovremmo anche capire che ci stiamo a fare nell’Ato e nel Cirpu, visto che non producono nulla».



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