Gli operatori della sanità privata incrociano le braccia: contratto non rinnovato da 14 anni – IL CIRIACO

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A distanza di un anno AIOP ed ARIS non hanno cambiato volto. E cosi monta ancora più forte la rabbia dei lavoratori della sanità privata dopo lo stop al rinnovo contrattuale, con la conseguente ennesima mortificazione dei professionisti sanitari.

“Si aspettava la sottoscrizione per fine febbraio, – scrive nella nota Romina Iannuzzi – ma quasi fosse uno scherzo del destino l’emergenza nazionale ha sospeso la trattativa. Adesso, a detta di Aiop e Aris, le risorse disponibili non consentirebbero alle strutture associate di tutte le Regioni di far fronte agli oneri derivanti dal rinnovo del contratto. E così ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza. In parole povere, ancora una volta le associazioni datoriali non intendono mettere mano alla tasca per rinnovare il contratto ai loro dipendenti. Non è bastato l’intervento delle Regioni né l’emendamento di modifica ai tetti di spesa ottenuto attraverso il decreto Fiscale 2020, la parola d’ordine è ancora prendere, battere cassa. E ai lavoratori, ai loro dipendenti? Ancora una volta un rinvio, ancora una volta uno schiaffo, ancora una volta una mortificazione”.

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“Quattordici anni di sfruttamento per i lavoratori della sanità privata che non si sono tirati indietro neanche durante l’emergenza Covid che li ha visti impegnati al pari dei lavoratori del pubblico a garantire il diritto di salute dei cittadini – afferma Romina Iannuzzi responsabile nazionale per la sanità privata di NurSind -, senza peraltro alcun riconoscimento economico e senza gli adeguati dispositivi di protezione individuale. Di contro, invece, per Aiop ed Aris l’emergenza Coronavirus si è rivelata un’occasione da cui trarre profitto stipulando vantaggiosi protocolli di intesa con le Regioni.”

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“Questi protocolli prevedono, – continua la dirigente nazionale – a fronte della disponibilità dei privati ad accogliere pazienti Covid, una remunerazione mensile da parte della Regione stessa pari al 95% di un dodicesimo del budget annuale, a prescindere dal valore della reale produzione, oltre a 700 euro per ogni giornata di degenza in terapia subintensiva, 1200 euro per ogni giornata di degenza in terapia intensiva e ai costi di farmaci e dispositivi di protezione. Come dire che il vero core business della sanità privata è fare profitto”.

“La misura era già colma – continua ancora Romina Iannuzzi -, l’emergenza ha solo dato l’ennesima dimostrazione delle reali intenzioni delle associazioni datoriali. Non sarà più consentito tale atteggiamento, tale mancanza di rispetto, tale mancanza di considerazione per i loro dipendenti che sono parte integrante delle strutture.”
“Tocca mettere fine a questo mercanteggiare sul lavoro e sulla dignità degli operatori, sanitari umiliati per l’ennesima volta. Non siamo disponibili ad andare oltre – conclude Iannuzzi -, per questo il NurSind ha indetto in data 17 maggio lo stato di agitazione di tutti i lavoratori della sanità privata, riservandosi sin da ora, in caso fallisse il tentativo di conciliazione, di avviare una giornata di sciopero nazionale e ulteriori iniziative di protesta che si renderanno necessarie.”

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