C’è la manna che cade da Bruxelles, ma che rischia di finire nella palude. La manna è l’occasione del Recovery fund, la palude rischia di essere il Sud d’Italia. E’ qui che regna sovrana la confusione tra incapacità di progettare il futuro e polemiche senza senso che fanno allontanare gli obiettivi.
Ed è qui che si presenta famelica, come abbiamo più volte sottolineato, la criminalità organizzata che intende fare con i fondi europei la parte del leone. Su questo fronte i moniti e le denunce di Mario Draghi e del Procuratore Antimafia, De Raho sono purtroppo inascoltate. E forse, anche per questo, l’Europa intende vigilare sul’operazione Recovery nel Mezzogiorno. E’ da qui che cinquecento sindaci chiedono a Bruxelles procedure snelle per la partecipazione ai bandi. Dicono, in sostanza, che per l’esiguità dei dipendenti negli enti locali, non possono far fronte ai numerosi impegni.
Arriviamo al dunque. Nel Mezzogiorno per effetto del Recovery dovranno essere impegnati 82 miliardi di euro, pari al 40 per cento non dell’ammontare di tutte le risorse (222 miliardi) ma solo per opere “territoria – lizzabili”. Vale a dire per strade, ferrovie, asili, porti, sanità, ambiente e grandi infrastrutture a servizio delle comunità meridionali.
Su queste cifre si innesta una fastidiosa polemica tra il governatore della Campania, Vincenzo De Luca che denuncia, insieme ad altri esponenti degli enti locali, ancora uno scippo ai danni del Sud. “Leggiti le carte”, replica stizzita la ministra per il Sud Mara Carfagna che, cifre alla mano, zittisce i dissidenti.
E’ evidente l’inutilità della polemica. Che sottrae tempo utile alle progettazioni senza approdare a significativi risultati. Inutile perchè i fondi ci sono mentre scandalosi sono i ritardi per come utilizzarli.
Siamo alle solite: il Sud che si ribella usando l’arma del vittimismo e dell’as – sistenza spicciola e la sua classe dirigente alla ricerca di alibi per giustificare ciò che non si fa. Ecco perchè il Sud rischia di diventare palude.
di Gianni Festa
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