Rileggere oggi la Costituzione | Corriere dell’Irpinia

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Le ripetute ed odiose mobilitazioni dei no vax, nel cuore urbano delle grandi città italiane, hanno provocato una diffusa indignazione nella stragrande maggioranza dei cittadini italiani vaccinati, ma anche in quelli non vaccinati il cui buon senso non è del tutto messo in soffitta. Ebbene sì, credo sia arrivato il momento che molti italiani si ricordino che la Costituzione non sancisce solo diritti, ma contempla la possibilità di regolamentare talune limitazioni relazionali e sancisce anche diversi doveri in capo ai cittadini. Molti doveri “civici” sono sanciti nella parte seconda della Costituzione come dovere civico. Tale espressione non è casuale, ma deriva dal dibattito in Assemblea costituente dove si discusse se introdurre l’obbligatorietà del voto o meno. Prevalse la scelta verso un dovere “civico”, fondata sul ragionamento per cui l’astensione può essere letta come possibile manifestazione della libertà di espressione del pensiero, quella cioè di esprimere volontariamente il “non voto”. Solo nel 1993 fu eliminata la menzione di non voto nel certificato di buona condotta. Il senso profondo della partecipazione a una comunità, locale o nazionale, si esprime anche attraverso il dovere di partecipare alla difesa della Patria, che la Costituzione del 1948 si spinge a definire il “sacro dovere del cittadino”. Un dovere che non deve far pensare solo alla difesa armata: infatti successivamente è sorto il servizio civile nazionale (2001). Tale servizio è in attuazione dei doveri e principi di solidarietà espressamente previsti dalla Costituzione. Il discorso sui doveri sanciti della Costituzione è di vastissime dimensioni, non è questo l’obiettivo della mia modesta riflessione tematica, ma una riflessione pertinente e attuale sulla necessità della ri-partenza post-pandemica e sulla esigenza di ri-fondazione della nostra convivenza nazionale sono sfide da cui non possiamo sottrarci con l’immediato richiamo ai nostri doveri. Non solo, ma le assurde e insidiose mobilitazioni, nel concreto dei loro effetti negativi, offuscano gli sforzi di ripresa sociale ed economica delle piccole attività commerciali che sono il cuore pulsante della nostra economia. Quindi rilettura attenta dei principi costituzionali, solidarietà senza orpelli ideologici, responsabilità verso un orizzonte di rinascita complessiva che non può essere compromessa dalla insipienza deleteria di pochi faracinosi. Gli ultimi provvedimenti del Ministero dell’Interno, secondo alcuni tardivi e insufficienti, hanno profondo radicamento costituzionale e vanno attuati con fermezza e determinazione. Per altro i compiti delle nostre forze dell’ordine solo eccezionalmente potrebbero essere indirizzati a bloccare cortei e devastazioni che opacizzano l’immagine vera di una comunità nazionale attiva, democratica e responsabile.

di Gerardo Salvatore



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