Gentilissima dott.ssa Paola Spena, Prefetto di Avellino, mi rivolgo a Lei per sottoporle una spinosa questione che ha a che vedere con la legalità e la trasparenza nelle funzioni svolte dalla pubblica amministrazione del capoluogo irpino. Mi riferisco, in particolare, alla triste vicenda delle Commissioni consiliari che da lungo tempo non hanno diritto di cittadinanza. Ho avuto modo di poter apprezzare la sua sensibilità, lo straordinario spirito di servizio con cui svolge la sua delicata missione, l’impegno con cui affronta i temi della nostra città che, mi consenta, scivola sempre più nel degrado. La modesta e umile esperienza maturata nel seguire per lunghi anni le vicende amministrative, mi ha consegnato la consapevolezza del rispetto delle regole per poter esercitare il controllo democratico. Ad Avellino tutto ciò è negato. Le Commissioni consiliari, sebbene facoltative, sono il luogo del confronto sui problemi a cui esse sono delegate. Il loro lavoro, di importante supporto all’attività consiliare, garantisce legittimità di comportamenti, partecipazione consapevole al dibattito consiliare. Si sostanzia quel concetto di partecipazione dei rappresentanti dei cittadini alla cosa pubblica tanto caro al costituzionalista Roberto Ruffilli, ucciso sull’uscio di casa da un commando della Brigate rosse. Se, come oggi accade. le Commissioni previste per regolamento non funzionano è perché qualcuno, a mio avviso, ne avverte il pericolo. La diatriba le è ormai nota, come anche i suoi tentativi di conciliazione delle parti. Ponga fine, la prego, a questa triste vicenda, con una ulteriore sua autorevole mediazione.
Gianni Festa
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