Organo dimenticato, sul quale raramente si concentra la prevenzione, il pancreas svolge una funzione importantissima: quella di contribuire alla buona digestione e alla salute di tutto l’apparato gastrointestinale.
Il pancreas produce, infatti, alcuni ormoni, come l’insulina e il glucagone, che regolano il metabolismo degli zuccheri e aiutano a mantenerne la giusta concentrazione nel sangue, nonché alcuni enzimi importantissimi per la funzionalità digestiva. Tra questi la tripsina che, trasportata dai dotti pancreatici nell’intestino, contribuisce all’assorbimento dei nutrienti, l’amilasi (l’enzima pancreatico che degrada l’amido) e la lipasi, che si occupa di digerire i grassi.
Solo quando il pancreas è infiammato e inizia a funzionare poco, a causa della cosiddetta pancreatite, ci si accorge del suo instancabile lavoro silenzioso. Come per tutti gli organi, in equilibrio armonico tra loro, è invece importante agire preventivamente, attraverso uno stile di vita sano. Ovvero quel lifestyle che abolisce le sigarette (il fumo è la principale causa di tumore al pancreas) e gli alcolici, punta sull’attività fisica, il sonno regolare e una dieta rispettosa delle preziose funzioni che il pancreas è chiamato a svolgere. Il professor Maurizio Vecchi, docente di gastroenterologia all’Università di Milano, socio fondatore di Ig-Ibd (Italian Group for Inflammatory Bowel Disease) ci spiega quali sono gli alimenti “sì” e quelli “no” per proteggere la salute del pancreas e mantenerlo giovane ed efficiente il più a lungo possibile.
I sintomi da non sottovalutare
«Se il pancreas è soggetto a un’infiammazione modesta ma cronica (la pancreatite acuta è un evento grave, che richiede il ricovero in ospedale) puoi avvertire sintomi quali dolore epigastrico, cioè alla bocca dello stomaco, che dal centro si irradia a destra e a sinistra fino a estendersi dietro la schiena (è il classico dolore “a cintura”), digestione lenta, disturbi digestivi sempre più fastidiosi e, a volte, scariche diarroiche grasse, segno della mancata digestione dei vari tipi di lipidi introdotti con l’alimentazione», chiarisce il professor Maurizio Vecchi.
«Se presenti questi disturbi, oltre a consultare un medico, è importante bloccare l’evoluzione della pancreatite, mettendo a riposo il pancreas affaticato grazie all’adozione di una dieta leggera e disintossicante, pronta a ridurre il suo carico di lavoro».
Gli alimenti da evitare
Mai come in questo caso, i cibi vietati sono più importanti di quelli da portare a tavola. Nello specifico, va ridotto drasticamente il consumo di cibi fritti e precotti (come i “piatti pronti” del reparto frigo) che sono ricchi di grassi, additivi e conservanti.
Giro di vite anche per le carni rosse e gli insaccati, specie salamelle, lardo, pancetta, salsicce, cotechini e salami: hanno un contenuto lipidico molto elevato. Da preferire le carni bianche, come il pollo e il tacchino. Consentiti prosciutto crudo magro e bresaola. «Semaforo rosso anche per i formaggi grassi e stagionati, per le bevande ricche di caffeina (té, caffé, smart drink energetici) e i pesci grassi come molluschi, crostacei, anguilla e salmone. E niente alcolici, nemmeno un bicchiere di birra o di vino a pasto. L’alcol, infatti, blocca l’invio degli enzimi digestivi nell’intestino tenue. Rimanendo “intrappolati” all’interno del pancreas, innescano un processo di autodigestione che affatica l’organo», spiega il professor Vecchi.
I cibi da preferire
Pancreas e fegato longevi esigono una grande quantità di frutta e verdura di stagione, pronta a depurare l’organismo dalle scorie e a far funzionare bene l’intestino, al quale il pancreas è strettamente collegato. «In caso di pancreatite, va bene consumare verdure sia cotte sia crude, condite con un cucchiaino di olio evo. Non necessariamente sono più indicate quelle dal sapore amarognolo, come i carciofi, la cicoria, il crescione, l’indivia, la scarola e il tarassaco, raccomandate in genere per il fegato. Vanno bene tutte, tenendo presente che, se vengono cotte al vapore, non disperdono il loro patrimonio di minerali e vitamine, e rimangono fragranti e gustose.
Quanto alla frutta, può essere consumata con moderazione anche a fine pranzo o cena, perché non affatica troppo il pancreas durante i pasti principali. Se fatta cuocere al forno per una ventina di minuti, è più digeribile e ha maggiori proprietà lassative. Via libera quindi, alla classica mela o pera cotta, magari servita con una spolverata di cannella, spezia che favorisce la digestione».
Anche i succhi di frutta, biologici e senza zuccheri aggiunti, possono dare una mano alla funzionalità pancreatica. I migliori? Quelli più ricchi di antiossidanti, come il succo di mirtilli neri, di melograno, di sambuco, di lampone, di more o di uva rossa. Diversi studi dimostrano, infatti, che antocianine e resveratrolo, in essi contenuti, proteggono dall’ossidazione le cellule beta del pancreas.
Come regolarsi con i carboidrati
«Se il pancreas lavora poco, occorre tenere presente che anche le secrezioni di insulina e glucagone vengono ridotte», rammenta il professor Maurizio Vecchi. «È perciò bene evitare un carico glucidico troppo elevato, con primi piatti abbondanti e magari conditi con ragù, pancetta, uova e altri sughi ipercalorici. L’ideale è limitarsi a 70 g di pasta o riso integrali a pasto, più mezzo panino piccolo. Utile è anche variare i cereali alternando, a rotazione, il grano saraceno, l’orzo, il farro, l’avena e l’amaranto. Sempre conditi in modo semplice, con pochi grassi, e possibilmente abbinati a un sugo di verdure finemente sminuzzate».
L’importanza di una corretta idratazione
Infine, è bene ricordare il ruolo-chiave di una corretta idratazione. Bere due litri di acqua oligominerale al giorno, facilita la diuresi e aiuta l’organismo a depurarsi delle tossine accumulate attraverso il cibo, i farmaci e gli inquinanti presenti nell’aria che respiriamo. La salute del pancreas, come quella degli organi emuntori quali fegato e reni, passa anche attraverso la via della disintossicazione. E per questo è importante ricordarsi di bere, anche al di fuori dei pasti.
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