Prevenire e curare i tumori con l’alimentazione: cosa mangiare

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Non so cosa mangiare: è il dubbio che accomuna spesso chi soffre di una malattia oncologica. Per questo, gli sforzi oggi sono concentrati sulla dieta, che diventa un vero e proprio farmaco. Ultimo, lo studio appena pubblicato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in collaborazione con IFOAM, l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare. «I pazienti coinvolti hanno seguito un regime speciale a restrizione calorica per cinque giorni, ripetuto ogni 3-4 settimane», interviene Claudio Vernieri, direttore del programma sperimentale “Riprogrammazione Metabolica dei Tumori Solidi” di IFOAM. «È stato ben tollerato, nonostante la rigidità. Inoltre, abbiamo visto che in seguito a tale dieta, nei pazienti si sono attivate alcune cellule del sistema immunitario che hanno un ruolo importante nel riconoscere e uccidere le cellule tumorali». La restrizione calorica è ottenuta con alimenti di origine vegetale, come verdure, pane integrale, olio extravergine di oliva, frutta fresca e secca in quantità limitate e prestabilite.

«Oggi rispetto a qualche anno fa si dà sempre maggiore importanza alla nutrizione», spiega Saverio Cinieri, Presidente AIOM, l’Associazione che riunisce gli oncologi italiani. «Lo dimostra anche il fatto che nel team multidisciplinare ora sono previsti anche il nutrizionista e il dietologo». L’aspetto nutrizionale va valutato subito, prima di iniziare le terapie.

Il primo passo? Pesare il paziente e calcolare la proporzione massa magra e massa grassa. Questi sono i valori da tenere come punto di riferimento e valutare man mano nel corso delle terapie. E in caso di dimagrimento, l’importante è che non si perda massa magra, cioè il tono muscolare.

«In alcuni casi è maggiore il rischio di malnutrizione durante i trattamenti e mi riferisco ai pazienti con una malattia oncologica gastrointestinale, al pancreas, allo stomaco, all’esofago, ai polmoni, a carico di testa-collo», dice Cinieri. «In questi casi prescriviamo alimenti a fini medici speciali che suppliscono le carenze nutrizionali e possono essere facilmente assunti anche da chi ha difficoltà, perché sono sotto forma di budini, preparazioni liquide, oppure in polvere da sciogliere. Se anche questi non sono sufficienti, si passa all’alimentazione artificiale».

Il menu giusto per un paziente oncologico

C’è da dire comunque che non tutti arrivano alla chemioterapia sottopeso. Un esempio? Chi ha un tumore al seno oppure alla prostata, molte volte è addirittura in sovappeso. «Qui bisogna ridurre il peso mantenendo un buon tono muscolare», racconta Cinieri. «Anche l’eccesso adiposo può essere un fattore prognostico negativo». In tutti i casi, che si tratti di dimagrire oppure di non perdere peso, l’alimentazione è quella mediterranea che ha una validità scientifica ed è riconosciuta come la migliore.

Cosa è più opportuno portare in tavola, allora? Carne oppure pesce? «Al momento non ci sono ancora lavori scientifici su larga scala che diano delle indicazioni in questo senso», sottolinea il dottor Cinieri. «È certo però che bisogna garantire un adeguato apporto nutrizionale e in questo l’alimentazione può trasformarsi in una vera e propria terapia. Ai miei pazienti raccomando sempre di descrivere i sintomi che accusano, sempre e in particolare se stanno seguendo una terapia, come la chemio. Approccio personalizzato significa anche consigliare ricette più sfiziose, calibrate in base alla nausea, o all’alterazione dei sapori. Questo, sempre con un solo obiettivo, cioè evitare la malnutrizione».

Il primo consiglio è di mangiare poco, ma di frequente: colazione, pranzo e cena, con in più due-tre spuntini al giorno. Così, l’organismo riesce ad assimilare le sostanze nutritive. E le idee non mancano. Centrifugati di mela, finocchio e zenzero vanno bene se la chemioterapia porta nausea. È importante anche inserire nell’alimentazione legumi e cereali integrali che aiutano a contrastare la stipsi, l’altro grande problema spesso legato alla chemioterapia. E in più, danno energia per contrastare l’eccessivo affaticamento. Le ricette? orzo e piselli, anche in crema, e polpettine grandi quanto un acino di uva di lenticchie, miglio e patate.

Tra le proteine, meglio consumare pesce fresco e potenziare il consumo di legumi.

Valgono poi le raccomandazioni del World cancer research fund, il fondo mondiale per la ricerca sul cancro, che invita per prima cosa ad aumentare il consumo di acqua e ad evitare il più possibile tutti quegli alimenti che possono far sì che le cellule trattengano liquidi. La ragione? Aiutare il corpo a continuare a funzionare al meglio, a tutto vantaggio anche di un minore impatto degli effetti collaterali delle cure. Va bene quindi l’acqua, almeno due litri al giorno, mentre vanno evitati insaccati e carne salata e ridotto il consumo di sale tal quale. Qualche consiglio: salare la pasta a metà cottura ad esempio perché in questo modo è sufficiente un pizzico per dare sapore. E utilizzare limoni e aromi quali salvia, rosmarino, timo, basilico, che rendono appetibili i piatti senza necessità di aggiungere sale. Via anche l’alcol. Oltre a essere un non-alimento, contribuisce a trattenere i liquidi nel corpo.

Attenzione infine a limitare gli alimenti ad alta densità calorica, come i dolci e i piatti elaborati e ricchi di condimenti. Non servono a stuzzicare l’appetito, ma al contrario possono causare un dannoso aumento di massa grassa. E per la stessa ragione, via anche le bevande zuccherate.

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