Un Sud devastato che non si arrende

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Interpretare le trasformazioni della realtà italiana, sintetizzare la contingenza attraverso parole e metafore in linea con i tempi, offrire paradigmi interpretativi dei fenomeni sociali è diventato estremamente complesso in una società che vive una fase di crisi lunga e faticosa che è difficile da de-cifrare, nel senso che ce ne sfugge la cifra. Nel frattempo, il Paese Italia si guarda allo specchio e si scopre sempre più povero, solo e spaventato. Le conseguenze dell’emergenza pandemica ha fatto scattare l’allarme sul fronte rovente della situazione economica e sociale che sta incendiando il Paese. E un nuovo campanello d’allarme è suonato per un Mezzogiorno che si è riscoperto, negli ultimi mesi, più povero ed economicamente ancora più vulnerabile di prima. E’ vero, ad essere colpito dal terremoto della crisi pandemica è l’intero Paese Italia, che si sta sbriciolando dalle “fondamenta” sotto gli effetti di una recessione economica dalle conseguenze disastrose. L’incubo della povertà, che inquieta i giorni difficili del presente, sembra essere il pericolo piú avvertito, anche piú dello stesso contagio. La virulenza della crisi economica acuisce negli italiani la paura di sprofondare nella povertà. Un quadro indiscutibilmente tetro. La società italiana sta cambiando in un Paese che è alle prese con paure vecchie e nuove. Il presente si sta connotando per incertezza, paura, cautela, meno redditi, meno investimenti, zero consumi: questo sará il trend degli italiani al tempo della crisi pandemica. Sempre più sfiduciato e disilluso, quello che potrebbe venirne fuori è un Paese che non crede piú possibile l’avvio di un “new deal”. Difatti, la percezione è che ci sia un governo in difficoltá e impreparato a gestire questa drammatica involuzione storica che caratterizza l’Italia di oggi. L’Italia si sta sfaldando, la condizione sociale del Paese è sempre più precaria, senza che ci sia un palpabile cambiamento di rotta rispetto alle politiche di austerity sin qui perseguite dall’Europa. Dentro questa crisi si addensa, come un grumo di sangue, un profondo disagio che potrebbe trasformarsi in rabbia e da lí in rivolta. Ad emergere fin ora è stata la punta dell’iceberg, in uno scenario sempre piú preoccupante. Il Sud è devastato dalla crisi economica e sociale, e seppur sull’orlo del precipizio non vuol arrendersi a un destino ineluttabile. Questi “tempi critici” che viviamo nella narrazione di un presente difficile, nei quali si potrebbe imporre lo spauracchio della rappresentazione di una guerra civile non riconosciuta tra le pieghe di una storia “maledetta”, c’è un popolo meridionale che vive e soffre ma che ancora una volta non vuole dichiararsi sconfitto.in questa Italia avvolta dalla crisi e senza un futuro da rappresentare.

di Emilio De Lorenzo


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