Terminata la Coppa d’Africa, ma il Napoli disporrà solo di Osimhen

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Di Adriano Mongiello

NAPOLI. Gli astronauti, di ritorno dallo spazio, erano obbligati ad un periodo di quarantena, i colossi africani, anch’essi di caratura astronomica, pilastri di Senegal e Camerun, rientreranno mercoledì, dopo i festeggiamenti del difensore, risultato vincitore, e dopo il dispiacere del centrocampista, giunto terzo, proprio nell’edizione che si è disputata nel suo paese natale, e potrebbero anche giocare, viste le regole imposte, e tra l’altro eguali, sia in Italia che in Camerun, quindi non risultando necessario l’isolamento. Non vorremmo essere nei panni di Spalletti che ora deve dimostrare il suo valore, passando dalla situazione di sofferenza (inutile ricordare l’assenza di Koulibaly, Osimhen ed Anguissa per rispetto delle loro nazionali, gli infortuni, la falcidia propinata dal Covid ndr), nella quale si è inserita la mancata qualificazione agli ottavi di Coppa Italia, determinata da stanchezza e dalle defezioni, alla opulenza che si registrerà nella seconda parte di questa settimana: chi dovrà accomodarsi in panca? Continuare ad insistere sul sistema di gioco che ha fruttato, nel girone di ritorno, quattro successi consecutivi seguenti al pari allo Stadium, viziato da un madornale errore arbitrale, per un fallo non visto, ed evidente sia per il direttore di gara che per il VAR,  compiuto da Bernardeschi, in avvio dell’azione che aveva portato alla segnatura di Chiesa ( da notare ciò che è accaduto in Roma – Genoa di sabato scorso, dove l’attento, anche perché il migliore alla macchina diabolica, Nasca, aveva ravvisato una scorrettezza di Abraham prima della conclusione vincente di Zaniolo ndr)? Il detto popolare recita “squadra vincente non si muta” e potrebbe consigliare al toscano di ribadire l’undici degli ultimi turni, ma un elemento, in particolare, non ha brillato al suo rientro, lasciandosi andare anche ad una frase, pubblicata sui social, che ha indispettito non poco la tifoseria partenopea ( aver scritto, per un detenuto, “auguro una presta libertà”, lasciando alle più svariate interpretazioni che, di certo, non lo hanno gratificato ndr): Insigne ha, forse, ma non diamo nulla per scontato, due obiettivi primari, la nazionale, impegnata a guadagnarsi in partite secche, la qualificazione ai mondiali, e la nuova avventura canadese, meno stressante e ricca di denaro e di possibilità, stante il non eccelso livello tecnico, di mostrare i suoi colpi migliori. Ha garantito, queste le sue testuali parole, di offrire il meglio di sé alla causa partenopea, voglioso di alzare qualche trofeo finchè calpesterà i manti erbosi tricolori, ma osservando le sue ultime apparizioni ( lo spezzone di partita contro la Salernitana, condito dal gol su rigore, non fa testo, visto lo scarso valore dell’avversario), in particolare quella disputata a Venezia, domenica scorsa, ha lasciato più di qualche dubbio sulla concentrazione e sulla voglia di strafare, che gli è stata congeniale prima dell’infortunio e della firma sul contratto che lo legherà al Toronto. Come uscirà da questo ginepraio l’allenatore, che sin dal dopo partita in laguna, grazie alla sua serafica e convincente dialettica, aveva sottolineato che si preannunciava un’intera settimana per gestire il gruppo, rinfoltito da rientri e recuperi,  e per convincersi delle scelte migliori, esaltando le cinque sostituzioni che possono cambiare il volto di una gara? Attende di vedere l’Inter di Coppa, di sapere gli squalificati ( Bastoni ed Inzaghi vedranno la partita dagli spalti ndr), di parlare con i “colored”, di verificare con il suo staff lo stato di salute degli africani, e di ottenere da Koulibaly ciò che gli ha sempre riconosciuto, l’essere il comandante, anche quando a pilotare il vascello azzurro si è ai bordi del campo. Sarà inamovibile, e lo si può affermare al cento per cento, il nigeriano Osimhen, immortalato con lo stemma del Napoli baciato dalle sue labbra, dopo aver chiarito che la maschera non gli impedisce di colpire di testa, che ha nelle gambe la velocità di sempre, che ha dimenticato la forzata assenza al torneo in Africa, che ha quale unico obiettivo vincere con il Napoli, per il Napoli, per quei tifosi che ha salutato allungando amichevolmente la mano dopo la rete al Penzo. Un solo “nero”, con la capigliatura color oro, a battagliare per un posto al sole, che vorrebbe dire primato !



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