Se ti è capitato, per errore, di mettere del diesel in una macchina a benzina o viceversa, hai toccato con mano che cosa significa usare il carburante sbagliato. L’auto si blocca, smette di funzionare e bisogna correre in officina. Lo stesso vale per il nostro corpo. Ogni organo ha bisogno dei cibi che gli possano offrire le sostanze utili a funzionare al meglio e a mantenere lo stato di salute. E allora, curcuma e cioccolato per il cervello, per esempio. Avocado e fagioli per il cuore, yogurt e avena per l’intestino e via discorrendo, come vedremo durante queste quattro chiacchiere con Marco Bianchi, divulgatore scientifico, appassionato di cucina sana e del buon cibo, che all’argomento ha dedicato il suo ultimo libro, Viaggio nel corpo umano tra scienza e ricette (HarperCollins, 18,90 €).
Marco, questa volta hai scritto un volume per un pubblico più maturo e preparato
È vero. “Viaggiare” attraverso gli organi del corpo umano, mettendo in evidenza i cibi che forniscono i nutrienti utili al loro corretto funzionamento e con questo messaggio arrivare a tutti è una bella sfida. Ma oggi le persone sono più consapevoli rispetto a qualche anno fa, scelgono cosa mangiare con la testa, non solo con la pancia. Hanno compreso che per stare bene devono “amarsi” anche attraverso quello che mettono nel piatto. Secondo me, poi, il 2020 ha dato un contributo in questo senso: passato il primo momento di spesa compulsiva e consolatoria per la situazione generale, molti hanno cominciato a ragionare, per non restare vittime dei propri stessi capricci alimentari. E non parlo solo degli sgarri, ma anche di abitudini scorrette. Per esempio, tanta gente si nutre sempre degli stessi cibi: non va bene e il punto non è se sono sani o meno. Una delle regole per una corretta alimentazione è nutrirsi in modo vario.
Hai anche recuperato uno dei concetti chiave di un grande filosofo, Feuerbach, ovvero “l’uomo è ciò che mangia”
Sì, le parole di Feuerbach mi hanno sempre ispirato. Come diceva lui, “I cibi divengono sangue, il sangue cuore e cervello, pensieri e stati d’animo”. Se impariamo a nutrire il corpo in modo rispettoso, con i giusti equilibri, avremo una migliore reattività da parte del sistema immunitario e potremo contrastare diverse patologie. Il corpo è una macchina meravigliosa, che lavora al fine di creare una squadra vincente a difesa della salute.
Ogni scelta alimentare determina una reazione…
Sì. Per esempio, se mangiamo fritto per 10 giorni il corpo reagisce e ci sentiremo appesantiti. Cibi come i pop corn, di per sé, fanno bene, ma se sono troppo salati, poi ci viene sete. Ogni scelta alimentare ha delle conseguenze, negative o positive sull’organismo. Il libro nasce proprio con lo scopo di rafforzare questa consapevolezza.
Ma non è che facendo queste scelte alimentari consapevoli ci ritroviamo poi davanti a pranzi e cene, come dire… un po’ noiosi?
Tutt’altro. Si pensa spesso che mangiare sano voglia dire preparare primi piatti integrali o petti di pollo alla piastra con l’insalatina. È un concetto difficile da smantellare, ma gli addetti ai lavori e anch’io stiamo lavorando su questo fronte con grande impegno. Se mi preparo un toast e utilizzo pane ai cereali, un uovo sodo, crema di soia edamame, ho rifornito il cervello di energia e di nutrienti utili a proteggerlo dal tempo che passa. Non solo, mi sono assicurato anche una buona quantità di fibre mangiando qualcosa di gustoso. Oggi proprio sulle fibre si insiste tanto, perché sono fondamentali per regolare l’intestino (l’aspetto delle nostre feci rispecchia lo stato di salute), ma assumerle non significa mangiare solo verdure bollite.
La dieta mediterranea è uno dei tuoi cavalli di battaglia. Nel libro raccomandi olio d’oliva e noci per scongiurare il rischio di malattie cardiovascolari. E il resto della frutta secca?
Il discorso vale anche per mandorle pistacchi, nocciole. Ma va detto che le noci hanno il giusto equilibrio di grassi protettori per il cuore. L’olio d’oliva anche. Per il benessere cardiaco, poi, è molto importante non saltare la colazione. Gli studiosi si sono accorti che il cuore resta giovane se lo alleniamo a ricevere i nutrienti necessari nell’arco dei cinque pasti della giornata.
Carne e formaggi. Come ti regoli?
Ho eliminato la carne rossa dalla mia dieta, sia per motivi etici, sia perché può essere utile per la prevenzione del tumore del colon-retto. Ma consumo la carne bianca, il pesce e i formaggi. Questi ultimi vanno controllati ed eventualmente ridotti se sono presenti patologie.
Sembri un po’ ammorbidito rispetto al passato…
Sì, è vero. Un tempo ero rigido su alcune posizioni, per fortuna si cambia. Per esempio, non consumavo latte, nel timore di intolleranze alimentari. Poi le ricerche mi hanno confermato che i problemi legati ai latticini spesso dipendono dalle quantità. Basta aggiustare il tiro e si può mangiare di tutto. Non esistono cibi buoni o cattivi, ricordiamocelo sempre.
Ti capita mai di uscire dai binari di questo modo di mangiare? Sincero…
Sì, certo, capita anche a me, tutti sgarriamo. Io amo la pizza, è il mio comfort food, quando mi innervosisco è lei la mia coccola, a volte la mangio anche 3-4 volte in una settimana. Stessa cosa per la cioccolata. Oltre a 20-30 g di fondente, si assumono solo calorie e zuccheri e l’effetto benefico dei suoi antiossidanti, i flavonoidi, utilissimi per ridurre la reattività cardiovascolare provocata dallo stress mentale, svanisce. Ma a chi non capita di cedere a un’intera tavoletta? E il vino? Questo è un alimento che fa male, punto. L’unica molecola tossica per il fegato è l’etanolo. Ma un bicchiere di rosso è una carezza per l’anima, non possiamo negarcelo ogni tanto. L’importante, lo ripeto, è la consapevolezza. Se abbiamo questo strumento in mano possiamo correggere il tiro e ritrovare facilmente la “strada di casa”. Ovvero ritornare ai nostri cibi, quelli che fanno parte della quotidianità e, sappiamo, sono il nostro carburante migliore.
Quando sei fuori casa qual è il cibo che ti manca?
Sicuramente la pasta al pomodoro, con il formaggio grattugiato. E poi i legumi. Adoro “giocare” in cucina con soia, ceci, lenticchie. È molto importante per me che questi alimenti siano sempre presenti nella dieta.
Amore per la cucina non significa essere chef…
No, assolutamente. L’amore per la cucina, secondo me, si sviluppa soprattutto se hai accanto persone a cui vuoi bene. Pensiamoci: quando amiamo qualcuno, ci dedichiamo a lui anche attraverso il cibo. Non è forse vero che facciamo la spesa con cura, cerchiamo i prodotti migliori, magari i cibi biologici? Non si comportano così le mamme con i loro bambini? Spesso creano piatti nuovi e graditi, lavorando di fantasia. Pur di vedere piccoli uomini e piccole donne mangiare con piacere, crescere bene, essere felici.
Fai la tua domanda ai nostri esperti