Storie di artisti disperati, squattrinati, fragili, pronti a trasformarsi nella stagione dell’emergenza pandemica in “Naviganti”. E’ quella che racconta Daniele De Michele nella pellicola “Naviganti”, in programma lunedì 7 marzo, alle 20.15, al Movieplex nell’ambito della rassegna promossa dallo Zia Lidia. De Michele parte dalla difficile condizione degli artisti durante la pandemia, gli unici, dopo mesi di confinamento in casa, a non riprendere normalmente il loro lavoro. Nel tempo di un anno e mezzo, dentro e fuori il lockdown, Donpasta racconta la sua quotidianità intrecciata a quella di una scenografa disoccupata, un musicista senza spettacoli, un contadino poeta, documentando il modo in cui sono sopravvissuti, consapevoli della fragilità di tutto ciò che non è coltivato. A confrontarsi con il pubblico saranno il produttore Antonio Borrelli e uno dei protagonisti, il musicista Daniele Sepe: “Il film, girato durante il lockdown – spiega Sepe – racconta la quotidianità di una serie di artisti, ritrovatisi all’improvviso senza lavoro, a causa dell’emergenza Covid, senza concerti e spettacoli. Ciascuno di noi ha trovato il proprio modo per sopravvivere. Da parte mia ho cercato di non lasciarmi suggestionare dai bombardamenti televisivi. Ho provato a ritagliarmi ogni giorno lo spazio per una passeggiata quotidiana, anche sotto casa, convinto che il movimento fosse indispensabile per resistere”. Non ha dubbi Sepe: “Continuo a credere che chi fa il mestiere del musicista sia stato e continui ad essere penalizzato. In Spagna i teatri e le sale di concerto sono tornate ad essere piene, anzi non hanno mai chiuso. E’ il segno di una scelta politica che è mancata in Italia. Il nostro è un paese unico, in cui si passa da uno stato di emergenza all’altro senza risolvere i problemi. E purtroppo la cultura, in particolare quella che non si allinea, continua ad essere messa nell’angolo. I dati parlano chiaro, le sale cinematografiche erano già in crisi prima della pandemia e fanno fatica a ripartire, anche perchè durante i mesi della pandemia si è cercato in tutti i modi di favorire un certo tipo di consumo, come quello delle piattaforma a pagamento. Purtroppo, molti spazi privati dove si organizzavano rassegne e concerti non hanno riaperto, i concerti e i festival finiscono per essere solo quelli finanziati dalla Regione. Ma in quel caso scelgono chi dicono loro. In conclusione abbiamo perso una grossa fetta di libertà”. Sottolinea il ruolo importante di associazioni cinematografiche come “Zia lidia che fanno di tutto per veicolare pellicole meno commerciali. In un tempo come questo è un’opera encomiabile”.
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