Finisce così, subito e nel peggiore dei modi, l’avventura ai playoff dell’Avellino. Complice il ko interno con il Foggia, maturato nella ripresa dopo il vantaggio iniziale siglato da Bove, i lupi abbandonano i sogni di gloria ed escono dagli spareggi promozione. Una disfatta totale, su tutta la linea, lo specchio di una stagione vissuta in un continuo alternarsi di momenti bui e grosse delusioni.
Non è bastato il risveglio del pubblico, rituffatosi con amore sugli spalti del “Partenio” per sperare in una rinascita dell’undici biancoverde. La squadra di Gautieri è ricaduta infatti negli stessi errori del recente passato, gettando al vento una partita aperta nel migliore dei modi e gettata al vento dopo il clamoroso errore di Murano.
Appena dodici mesi fa l’Avellino sognava la promozione. E lo faceva in un clima di entusiasmo generale, che dopo anni di magra aveva regalato speranza e determinazione a tutto l’ambiente. Ad appena un anno di distanza si è tutto disintegrato. Colpa di scelte sbagliate e di un senso di apatia che a mano a mano ha attanagliato la formazione biancoverde. La delusione più grande è proprio questa: aver smarrito le emozioni, non aver reagito nemmeno oggi, quando il clima era dei migliori, dei più favorevoli.
Questa piazza e questa maglia, troppo spesso vituperate nel recente passato, meritano rispetto e amore. Meritano passione. Alla famiglia D’Agostino si chiede ora di avere coraggio e di ripartire da zero. Serve rifondare, dare una ventata di freschezza rinnovando tutta la rosa e mettendo su un progetto tecnico fresco e intrigante. Non c’è altra via per ridare dignità sportiva alla gloriosa storia del lupo.