Avverto un leggero malessere. Mi preoccupo. Vado al centro prenotazioni dell’ospedale e richiedo una visita. Netta la risposta: può venire fra otto mesi. Dico: con la salute non si scherza. Decido, così, di chiedere un appuntamento con uno dei medici ospedalieri. Mi dice: “Venga domani allo studio”. Puntualmente mi presento. Il medico, molto disponibile, mi visita e mi rassicura prescrivendomi, tra l’altro, uno dei tanti integratori in circolazione. Mi congedo, pagando il compenso: 150 euro. Oppure 200, se ho bisogno della fattura. Funziona così. Questa è solo una parte del “Sistema Infetto“ della Sanità. In esso si incrociano inefficienze, ritardi, corruzione e soprattutto malapolitica. E’ il cittadino ad essere stritolato da questo meccanismo immorale. Un Sistema che non conosce confini, al Sud come al Nord. Le differenze, semmai, sono nella organizzazione del servizio pubblico che nel Mezzogiorno è disastrosa. E’ vero: ci sono le liste di attesa che vengono redatte in base a precisi parametri tra i quali l’organico del personale medico e infermieristico, l’urgenza dei ricoveri, il funzionamento dei pronto soccorso e così via. Chi ha la responsabilità di tutto questo? Le competenze, come è noto, sono state delegate dal livello centrale a quello regionale. Qui si apre un altro capitolo del Sistema infetto. In Campania, ad esempio, a guidare la sanità regionale è il governatore Vincenzo De Luca. Le scelte dipendono solo da lui, considerato che la delega assessoriale alla sanità (e quella della cultura) non è stata mai assegnata. Le scelte manageriali della sanità sui territori dipendono esclusivamente dalla sua volontà. Avviene anche per le nomine dei primari o la chiusura e riapertura di nuove strutture. Si apre, quindi, un’autostrada ai criteri ben noti nel Mezzogiorno: clientelismo ai fini del consenso elettorale. In Campania, ma non solo. Nel Sud in particolare. Occorre una grande riforma che abbia come pilastri la competenza professionale, il rispetto di un’ etica pubblica, ormai da tempo smarrita, l’urgenza di ripulire il tempio sanitario cacciando i mercanti della salute per difendere la dignità del cittadino.
di Gianni Festa
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