Camilla Mendini: «I gesti quotidiani per una sostenibilità alla portata di tutti»

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Ognuno di noi ha un’impronta ecologica (la quantità di risorse che consumiamo) in grado di influenzare il benessere del nostro pianeta. La green influencer Carotilla ci insegna a renderla più lieve attraverso piccoli gesti quotidiani

E chi lo dice che per mantenere uno stile di vita green occorre essere degli integralisti? Bastano piccoli gesti quotidiani. E un giorno dopo l’altro si possono cambiare sensibilmente le proprie abitudini.

Questa è la filosofia di vita di Camilla Mendini, in arte Carotilla, una delle prime green influencer italiane su Instagram e Youtube. Si occupa da anni di slow fashion, economia circolare e zero waste. Autrice del libro (Im)perfetto sostenibile (Fabbri editori, 16 €.), è la fondatrice di Amarilla, marchio di abbigliamento basato su principi di etica e sostenibilità e nel 2020 ha lanciato carotilla.com, una piattaforma di contenuti ed e-commerce a impatto zero.

Abbiamo chiesto a Carotilla qualche suggerimento da mettere in pratica subito.

Cominciamo dall’abbigliamento…

Un armadio sostenibile è innanzitutto un guardaroba “pensato”, che contiene vestiti che ci piacciono, ci servono e che indossiamo spesso. In genere ne utilizziamo solo il 60%, quindi il vestito più ecologico è quello che abbiamo già nell’armadio. Il mio consiglio, perciò, è iniziare a fare una cernita di quello che abbiamo e che vogliamo tenere. Il resto possiamo regalarlo o venderlo a qualcun altro che potrà amarlo e indossarlo. Una volta capito cosa ci serve e manca, cerchiamo di guardare se troviamo questi capi usati (ci sono molti negozi di seconda mano di qualità in Italia) oppure possiamo acquistare da marchi davvero sostenibili. Sul mio blog carotilla.com ne segnalo parecchi.

Possiamo mantenere un comportamento rispettoso della natura e del pianeta nella cura del corpo e del viso?

Certo, uno dei settori che sta cambiando è proprio quello della cosmetica: se negli anni scorsi l’attenzione era tutta rivolta all’INCI (l’etichetta degli ingredienti), ora si inizia finalmente a parlare dell’origine dei prodotti, di formule vegane e soprattutto di packaging realizzati con materiali sostenibili e innovativi. La prima regola quando si parla di cosmetica sostenibile è sapere che “naturale” non è sinonimo di “sostenibile” e che “sintetico” non significa necessariamente “dannoso”: una sostanza può essere sintetizzata a partire da elementi derivati dal petrolio, certo, ma anche da elementi vegetali, ed è per questo che non dobbiamo demonizzare a priori; anche perché il conservante aiuta il prodotto a mantenere nel tempo le sue proprietà e permette a noi di avere il tempo necessario per terminarlo prima che scada.

È bene optare per prodotti con packaging in plastica e carta riciclata, vetro o bioplastica. E preferire quelli di consistenza compatta al posto di quella liquida (si trovano shampoo, sapone e detergente viso solidi per esempio): consentono un notevole risparmio d’acqua. Ottime anche le soluzioni “alla spina”: si compra la confezione e poi la si riutilizza più volte. Un’altra indicazione importante è terminare i prodotti già aperti, per esempio, finisci la palette di ombretti che hai prima di comprarne una nuova e aprine una sola per volta: ti aiuterà a non sprecare inutilmente. Evita poi gli usa e getta come i rasoi. Dischetti di cotone e assorbenti esistono anche in versione lavabile. 

E la casa? Quali trucchetti possiamo usare per inquinare meno?

Prima di tutto dobbiamo imparare a non sprecare le risorse preziose, come l’acqua. La diamo per scontata ma sarebbe bene utilizzarla in maniera oculata. A questo proposito, cerchiamo di fare la doccia in 5 minuti: è una piccola abitudine che si può acquisire facilmente. Poi è importante installare dei frangigetto ai rubinetti e preferire la lavastoviglie a pieno carico rispetto al lavaggio a mano dei piatti: 12 litri di acqua contro, in media, 122!

Inoltre, come per il beauty, prediligi prodotti che producono una minore quantità di rifiuti (confezioni maxi, sfusi o alla spina). In cucina, al posto della pellicola di plastica o della carta forno, usa le alternative in tessuto come beeswax wrap: sono involucri di cera d’api riutilizzabili oppure puoi trovare rivestimenti in silicone lavabili.

Infine i bambini: a scuola si sprecano molti materiali che potremmo riciclare. Da dove si comincia?

I bambini sono già sensibili alla causa ambientale perché subiscono la magia della natura. È importante, per esempio, non comprargli uno zaino nuovo ogni anno. Preferisci, soprattutto per loro che crescono in fretta, l’usato rispetto al nuovo, sia quando si tratta di vestiti, sia per i libri scolastici e i giochi. Opta per matite in legno riciclato, evidenziatori e penne con cartucce ricaricabili e quaderni con certificazione FSC.

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