L’opinione abbastanza diffusa circa la sonnolenza civile e culturale del tessuto sociale irpino ha trovato una chiarissima smentita da quanto emerso dal convegno sulla straordinaria figura del giudice Livatino, ucciso il 21 settembre 1990. L’evento è stato organizzato -giovedì scorso- dal Circolo ACLI “San Giuseppe Moscati” di Cervinara, con il sostegno organizzativo delle ACLI di Avellino. Una opinione smentita almeno per due aspetti fondamentali. Il primo aspetto da evidenziare è costituito dalla vivacità culturale, sociale e politica delle ACLI sul territorio irpino, attraverso strutture di base attive e diffuse, capaci di coinvolgere figure istituzionali di assoluta rilevanza come il Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, portatore di un contributo culturale e sociale di altissimo profilo, unanimemente atteso ed apprezzato. I lavori hanno avuto inizio, nell’affollata sala consiliare del Comune di Cervinara, con i saluti della presidente del circolo Gallo, della sindaca Lengua, di Alfredo Cucciniello e Filiberto Parente, rispettivamente presidente provinciale e regionale delle ACLI. Successivamente è stato offerto un notevole contributo da parte di qualificati esponenti regionali del mondo forense sulla figura del beato Rosario Livatino. L’altro aspetto significativo dell’iniziativa è rappresentato dallo sforzo, antico e sempre nuovo, delle ACLI per svolgere concretamente il loro mestiere di forza educativa e sociale, soprattutto all’interno di contesti territoriali – come quello di Cervinara – dove le organizzazioni malavitose trovano un terreno fertile di facile attecchimento, proprio per la scarsa partecipazione civile della comunità locale. Scarsa partecipazione per promuovere un progetto di ricostruzione dell’ordito sociale sconnesso a causa di una pluridecennale sedimentazione di disimpegno, assenza di riscontri formativi concreti, duraturi ed efficaci dei vari livelli istituzionali locali, delle parrocchie, delle scuole, del volontariato e forse, anche delle più significative forze di promozione sociale, come le ACLI. All’interno di questo orizzonte sociale e culturale grigio ha brillato, per la sua complessiva pregnanza di analisi e di proposta, il contributo del dottor Airoma. Contributo che, pur nel rispetto del nucleo tematico del convegno, ne ha varcato i confini attraverso una preziosa caratura di magistero civile e spirituale. Magistero discreto, credibile e concreto soprattutto quando il Procuratore della Repubblica, ha delineato l’attualità del messaggio ai giovani del martire Livatino, giovani che, oggi più che mai, hanno urgentemente bisogno di testimonianze concrete, non tanto di testimoni improvvisati e poco credibili. È proprio questa è stata la fondamentale pista di pedagogia civile, capace di accendere nell’animo dei nostri giovani, la luce della speranza che non è utopia, perché delinea itinerari concreti da percorrere ed obiettivi precisi da raggiungere. In sostanza l’intervento del dottor Airoma interpella le migliori energie, di credenti e non, per incarnare sul fronte delle emergenze quotidiane, la tanta necessaria ed auspicata “missionarietà” civile, culturale e politica, di tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale, educativa, familiare, associativa o comunque sono impegnati nei vari ambiti relazionali del tessuto sociale. Per questo sforzo, soprattutto per i credenti come il giudice Livatino, uscire dal proprio comodo perimetro di competenze e responsabilità, recuperando un supplemento di amicizia civile, per camminare sulle vie tortuose del mondo attuale, soprattutto con i giovani, avendo la percezione precisa della direzione di marcia. Credo che le ACLI provinciali di Avellino, la stessa comunità civile di Cervinara, il presidente nazionale delle ACLI Manfredonia – intervenuto telefonicamente- debbano ringraziare il dottor Airoma per aver dato un chiaro e condiviso segnale di partenza civile e sociale per la rinascita delle nostre comunità.
di Gerardo Salvatore
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