Crisi Moscati, parla Pizzuti: «Misure necessarie. Ora collaborazione con l’Asl»

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Tremilaottocentocinquanta accessi dal 18 luglio al 18 agosto; di questi, il 53% (circa 2mila accessi) avrebbe potuto sicuramente trovare adeguata risposta sul territorio, in quanto classificato al triage con codice verde o bianco, il 41% è risultato di media gravità (codice arancione e azzurro) e il 6% è stato classificato come codice rosso; 76 i pazienti arrivati per traumi ortopedici (25 alla settimana gli interventi ortopedici chirurgici, tra indifferibili ed emergenze); 199 quelli risultati anche positivi al Covid-19 e assistiti negli spazi dedicati. E ancora: il 71% (2700) dei 3850 pazienti rientrava nel bacino di utenza del capoluogo irpino, il 16% proveniva da una provincia diversa (soprattutto dall’area sud della Campania), il 9% dai Comuni dell’Alta Irpinia e dell’Ufita-Baronia, il 4% da fuori regione. I numeri complessivi degli accessi nell’ultimo mese al Pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino restituiscono la fotografia di un’iper-affluenza legata a una forte attrattività per la qualità delle prestazioni erogate che rischiava di sottoporre gli operatori sanitari assegnati all’emergenza a uno stress lavorativo insostenibile per un lungo periodo. La lettura approfondita degli stessi numeri mette altresì in luce una serie di criticità imputabile a fattori che esulano dall’organizzazione interna. I temporanei provvedimenti adottati in questi ultimi giorni dalla Direzione Sanitaria dell’Azienda Moscati – dalla sospensione (fino al 31 agosto prossimo) degli interventi chirurgici in elezione (programmati), al reclutamento dai vari Dipartimenti interni di dirigenti medici specializzati in discipline affini da inserire nei turni del reparto di emergenza (la carenza di personale interessa tutti i Pronto soccorso d’Italia, dai quali, solo nei primi 6 mesi del 2022, sono andati via ben 600 medici, come evidenziato da una recente rilevazione della Simeu), all’avvio dei lavori di ampliamento degli spazi destinati ai codici rossi – si sono resi necessari quale contromisura per consentire una corretta gestione dei pazienti. E stanno dando anche i primi riscontri positivi: nelle ultime 48 ore, gli accessi al Pronto soccorso della Città ospedaliera sono sensibilmente diminuiti, tant’è che, questo pomeriggio, la Direzione Sanitaria ha revocato l’ultimo provvedimento emanato in ordine di tempo, con il quale da mercoledì scorso, 17 agosto (in una situazione di estrema criticità), si era disposto che la Centrale Operativa del 118 limitasse il trasporto al Pronto soccorso del Moscati ai soli pazienti in codice rosso.

Per quanto riguarda le problematiche di sovraffollamento da ascrivere all’eccezionale ondata di calore degli ultimi tempi, ai contraccolpi della pandemia sulla salute dei cittadini, alla chiusura proprio nel periodo di Ferragosto di alcune cliniche private accreditate della provincia per lavori di manutenzione straordinaria e all’ormai cronica carenza di filtro del territorio, esse sono connesse a circostanze indipendenti dall’organizzazione aziendale.

«Ho molto apprezzato le parole del nuovo manager dell’Asl Avellino, Mario Ferrante – dichiara il Direttore generale dell’Azienda Moscati, Renato Pizzuti –. La sinergia tra ospedale e territorio è fondamentale per garantire una sanità adeguata ed efficiente alla popolazione e per evitare accessi impropri al Pronto soccorso. Sono consapevole delle grandi difficoltà che ha l’Asl nel potenziare i presidi ospedalieri di sua competenza, tant’è che fino a oggi hanno dato un contributo molto marginale alla risoluzione dei problemi derivanti dall’emergenza; prova ne sono l’alto numero di interventi di ortopedia effettuati al Moscati e la percentuale dei pazienti che si rivolgono al nostro Pronto soccorso sebbene risiedano nelle aree in cui sussistono i presìdi Asl. Per questo, accolgo ancora con maggiore entusiasmo lo spirito di collaborazione manifestato da Ferrante. L’auspicio, per poter consentire al Moscati di concentrare le proprie professionalità in tutte quelle attività proprie di un Dea di II livello e di un’Azienda di alta specialità, è che al più presto l’Asl Avellino avvii quanto previsto dal Pnrr: piena attivazione coordinata dell’assistenza domiciliare, realizzazione di ospedali e case di comunità e delle Centrali operative territoriali».



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