Di Sabatino Manzi e Maria Grazia Papa
Il 29 agosto 1980 muore nella sua casa di Venezia Franco Basaglia. A distanza di quarantadue anni dalla sua morte, non tutti , nell’attua – le periodo storico, conoscono chi sia stato Basaglia e cosa ha rappresentato nella storia della psichiatria italiana e nella storia politico-sociale dell’Italia . Basaglia nasce a Venezia l’11 marzo del 1924 da una famiglia agiata. Conclusi gli studi classici, nel 1943 si iscrive alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Univer – sità di Padova. Qui entra in contatto con un gruppo di studenti antifascisti e viene arrestato e detenuto per sei mesi in carcere fino alla fine della guerra. Nel 1949 si laurea in medicina e chirurgia e inizia a frequentare la clinica delle malattie nervose e mentali di Padova , dove lavora come assistente fino al 1961. In questo periodo Basaglia svolge un grande lavoro intellettuale di pubblicazioni scientifiche e di relazioni congressuali. Si appassiona di filosofia, studiando in particolare la fenomenologia e l’esistenzialismo e la psichiatria antropo-fenomenologica svizzera e tedesca. Direttore della clinica di Padova è il professore Giovanni Battista Belloni, accademico di prevalente formazione neurologica e organicista. Qualche anno dopo è lo stesso Belloni che dissuade il “filosofo” Basaglia – come lo chiama ironicamente – a lasciare la carriera universitaria, a cui pure egli teneva , “ perché non si sarebbero aperte concrete possibilità di successo” . Nel 1952 Basaglia consegue la specializzazione in malattie nervose e mentali e l’anno dopo si sposa con Franca Ongaro, con la quale avrà due figli. Con lei stabilisce anche un straordinario sodalizio intellettuale e scrivono insieme molti dei suoi libri. Nel 1958 Basaglia consegue la libera docenza in psichiatria e nel 1961 partecipa e vince il concorso per la direzione dell’’ospedale psichiatrico di Gorizia , dove si trasferisce con tutta la famiglia. Drammatico è l’impatto con la durezza manicomiale. Basaglia comprende subito che bisogna reagire a questo orrore, impegnandosi in una radicale opera di trasformazione istituzionale. Aiutato da un gruppo di giovani psichiatri , cerca di seguire il modello della “Comunità Terapeutica”, mutuato dall’esperienza di Maxwell Jones a Dingleton in Scozia. A Gorizia si inizia ad applicare nuove regole di organizzazione e di comunicazione all’interno dell’ospedale, si rifiutano categoricamente le contenzioni fisiche e gli elettroshock e s’incomincia a prestare attenzione alle condizioni di vita degli internati. Si organizzano le assemblee di reparto e le assemblee plenarie. La vita comunitaria dell’ospedale si arricchisce di feste, gite, laboratori artistici. Si aprono le porte dei padiglioni ed i cancelli dell’ospe – dale. Nel 1968 cura il volume “L’istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico” , che fa conoscere a livello internazionale l’esperienza innovativa di Gorizia e sancisce la nascita del movimento antiistituzionale. Il libro diventa presto uno dei libri simbolo della contestazione in Italia, vendendo 60.000 copie nei primi 4 anni di pubblicazione. Nel 1970 lascia Gorizia e per 1 anno dirige l’ospedale psichiatrico di Parma. L’esperienza si chiude tra difficoltà burocratiche e dissidi politici. Alla fine del 1971 Basaglia vince il concorso per la direzione dell’ospedale psichiatrico di Trieste. Accetta subito perché gli viene garantita la possibilità di fare tutte le scelte organizzative che ritiene opportune. Al suo arrivo sono ricoverate 1182 persone , 840 delle quali in regime coatto. L’ospedale è sotto l’amministrazione della provincia, retta da una giunta di centrosinistra che è presieduta da Michele Zanetti. Quest’ulti – mo dà pieno appoggio al progetto del superamento del manicomio e di organizzazione psichiatrica territoriale proposto da Basaglia ed i suoi collaboratori. Nel 1973 Trieste viene designata “ zona pilota “ per l’Italia nella ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui servizi di salute mentale in Europa. Nello stesso anno Basaglia fonda con altri collaboratori “ Psichiatria Democratica “ , movimento nel quale si confrontano molte esperienze di psichiatria alternativa che sorgono in Italia. Nel corso dell’anno si aprono i primi centri di salute mentale sul territorio. Nel 1976 il clima politico peggiora e l’esperienza di superamento del manicomio subisce attacchi sempre più violenti. Nel 1977 Zanetti, insieme a Basaglia, annunciano in una conferenza la chiusura entro il 1977 dell’ospedale psichiatrico. Il 13 maggio 1978 viene approvata in Parlamento la legge 180 di riforma psichiatrica . La legge viene approvata, quasi all’unanimità, 4 giorni dopo l’assassinio di Aldo Moro, in una commissione ministeriale presieduta da Tina Anselmi. Norberto Bobbio, in un suo intervento, definisce la legge 180 “ L’unica vera riforma mai realizzata nell’Italia del dopoguerra”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2003, la definisce come “Uno dei pochi eventi Innovativi nel campo della psichiatria su scala mondiale” . La legge avrà un iter difficile nella fase di realizzazione. Nel novembre del 1979 Basaglia lascia la direzione di Trieste a Franco Rotelli e si trasferisce a Roma, dove assume l’incarico di coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione Lazio. Nella primavera del 1980 si manifestano i primi segni di un tumore cerebrale che lo conduce alla morte in pochi mesi. Si spegne il 29 agosto 1980. Nel 1981 – 82 escono – a cura di Franca Ongaro Basaglia , i due volumi dei suoi scritti. La legge di riforma sanitaria n 833 , del 23 dicembre 1978 , recepisce nel testo la legge 180 ed istituisce le Unità Sanitarie Locali e demanda alle Regioni la definizione degli ambiti territoriali. La Regione Campania, con la legge n. 1 del 3 gennaio 1983, determina la competenze e l’orga – nizzazione del Dipartimento Salute Mentale in ogni USL. Tale legge regionale è dovuta alla tenacia professionale ed alla volontà politica di 2 grandi medici: Sergio Piro e Roberto Ziccardi. Se la figura di Basaglia ed i suoi scritti attivano in Italia un fervore, un dinamismo scientifico, intellettuale, politico e sociale, che coinvolge gran parte della nuova generazione di psichiatri, tanto che la legge 180 viene comunemente conosciuta come “legge Basaglia , la tempistica riformatrice della legge non procede con la stessa cadenza in tutta Italia. La legge viene applicata in modo difforme nelle varie regioni. I maggiori ritardi e le spinte contro-riformatrici si registrano nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. In Campania l’opera di formazione di una nuova generazione di psichiatri, che si riconoscono nei principi scientifici ed operazionali della legge 180, è svolta, a livello scientifico ed istituzionale, dallo psichiatra Sergio Piro, direttore dell’Ospeda – le psichiatrico” Frullone “ di Napoli. Il professore Piro, psichiatra colto, sensibile, di grande spessore umano ha dato un contributo essenziale alla stesura della legge regionale ed alla nascita dei servizi psichiatrici di salute mentale territoriali. Il dr Roberto Ziccardi, già direttore sanitario, consigliere regionale, conoscitore profondo delle legge 833, dà un contributo di politica sanitaria fondamentale per la costruzione dei servizi sanitari territoriali. La costruzione della rete sanitaria territoriale in Irpinia, viene realizzata da Roberto Ziccardi quando viene nominato direttore generale della Asl n 2 di Avellino nel primo decennio del 2000. Nel 2010, dopo un trentennio dall’approvazione della legge 180. Il Dipartimento Salute Mentale dell’ASL di Avellino, attraverso le sue 5 Unità Operative territoriali, ha gestito 2 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.) , 3 Residenze Psichiatriche , 3 Centro Diurni di psico-riabilitazione, oltre 150 operatori ( psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, infermieri, educatori professionali, amministrativi, sociologi, assistenti sociali.) Dopo 200 anni giunge a compimento la formazione della psichiatria in Irpinia. Ma nel 2022 cosa resta del Dipartimento Salute Mentale ? Nell’ultimo decennio tutta la rete psichiatrica territoriale è stata fortemente destrutturata , contratto il numero degli operatori, completamente depotenziata la rete riabilitativa.Il capitale umano, essenziale nel funzionamento dei DSM, mortificato ed impoverito nella funzione professionale e sociale. Per le persone che vogliono approfondire la conoscenza e l’opera di Basaglia possono far riferimento ai due libri : Franca Ongaro Basaglia : Basaglia , Scritti 1 1953-1968 Einaudi. Basaglia , Scritti 2 , 1968-1980 , Einaudi Franco Basaglia : L’Istituzione negata , rapporto da un ospedale psichiatrico, Einaudi
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