In questo periodo passiamo più tempo all’aperto e spesso veniamo rapite dalla bellezza delle foglie e dei fiori. Vorremmo farla nostra e riprodurla in qualche modo, ma non sappiamo come. La stampa botanica o ecoprint può essere un’ottima risposta: sfrutta i pigmenti (per esempio tannini o antociani) naturalmente presenti nelle piante per lasciare un impronta sulla stoffa. Non è difficile: basta disporre il materiale su un telo, arrotolarlo e bollirlo in una vecchia pentola. La tecnica è nata negli anni ’90 dall’intuizione di un’artista australiana, India Flint, e si è diffusa in tutto il mondo, creando una community internazionale.
«Raccogliere piante, disporle sulla stoffa, aspettare con impazienza di aprire il telo per vedere i risultati, non è solo una procedura tecnica, è il mio modo di esprimermi», spiega l’israeliana Irit Dullman, che fa corsi a livello internazionale e online (a ottobre è anche in Italia, per info: iritdulman.com). «Quando lavoro mi sento un tutt’uno con la natura. Sono affascinata da ogni parte del processo, ma il momento più magico è quando appare il disegno alla fine. È sempre una sorpresa», aggiunge Marianna Sauro (@ anima_di_foglia).
Quali foglie scegliere? Le più ricche di pigmenti sono quelle di eucalipto, ma sono ottimi anche foglie e rametti di noce, quercia, nocciolo, rovo. Mentre i fiori tintori più usati sono calendula, iperico, elicriso, cosmos, gerbera e dimorfoteca. «Il tipo di stoffa è importante. Nella stampa botanica si utilizzano solo filati naturali, come cotone, lino, canapa. I risultati migliori però si ottengono con quelli di origine animale: seta e lana», spiega Magda Calcagno (@fogliedetruria) che organizza anche corsi in presenza e online.
«Per avere un disegno nitido è necessario usare un mordente. Per esempio il solfato di ferro, lo stesso che si usa per le ortensie e che si compra al garden center. L’alternativa è l’allume di potassio, che trovi online».
La tessitura botanica è una vera novità e non solo per l’Italia. Serve a realizzare piccoli arazzi da appendere in casa. Tutto quello che ti serve è un filato di tuo gusto, dal gomitolo di lana allo spago, un piccolo telaio di circa 20 centimetri, che trovi online per meno di 20 €. E poi fiori ed erbe che raccogli intorno a te. In Italia il punto di riferimento è Patricia Orem (@patriciaorem), che lo insegna nel suo buen retiro sul lago Maggiore.
«Utilizzo soprattutto erbe del territorio, che alterno a fili coloratissimi o grezzi, in base al risultato che voglio ottenere. Riesco a creare così opere di stile geometrico, impressionista o etnico», spiega. «Mi piacciono soprattutto le erbe aromatiche che profumano anche la casa, le graminacee che crescono spontanee, le rampicanti. Sono quasi sempre piante che mantengono la loro forma nel tempo. Si utilizzano in genere appena colte, i fiori invece è meglio farli seccare prima di tesserli». Qui trovi le sue indicazioni per sperimentare la tecnica.
Step by step la tua prima stampa botanica
1. Crea la fantasia floreale. Prendi una stoffa bianca e pulita in fibra naturale (meglio se di seta). Mettila a bagno per 15 minuti in una bacinella di acqua in cui avrai sciolto del solfato di ferro (1 g per ogni 50 g di stoffa). Strizza e stendi il panno, poi posa i fiori a testa in giù e le foglie con la pagina inferiore a contatto con il tessuto.
2. Preparala per la pentola. Copri la tua creazione sotto e sopra con una pellicola di plastica o di carta forno, poi arrotola il tutto strettamente attorno a un bastone (per esempio un mattarello, un ramo, un pezzo di manico di scopa). L’importante è che entri bene nella pentola. Lega bene il tutto con uno spago.
3. Usa la cottura al vapore. Appoggia sul fondo della pentola una griglia per la cottura al vapore, oppure quella del microonde. Aggiungi l’acqua, appoggia il rotolo alla griglia, copri con un coperchio e fai bollire per 1 ora e mezza. Lascia raffreddare e riposare il rotolo per una notte. Poi svolgilo delicatamente.
4. Ammira la tua creazione. Dopo aver tolto con attenzione petali e rametti, stendi il tessuto ad asciugare e fermati ad ammirarlo. Il disegno che hai ottenuto è stabile nel tempo, ma è meglio non mettere la tua stampa floreale in lavatrice. Andrà lavata a mano con un detersivo per capi delicati.
L’arazzo di edera, lavanda e graminacee
La prima mossa è creare l’ordito, cioè i fili verticali che in questo caso sono uno spago fine e chiaro. La trama, cioè la parte orizzontale invece è composta da filati di lana molto grossi, che si inseriscono passando alternativamente sopra e sotto l’ordito. Le strisce rosse e bianche enfatizzano il verde delle piante. Le essenze vegetali sono facilissime da trovare: alcune graminacee spontanee, belle per la texture delle spighe, e l’edera: i suoi rami flessibili sono facili da inserire nella trama ed emergono qua e là dalla lana dando leggerezza. Sono stati inseriti anche fiori di lavanda che profumano l’ambiente.
La composizione con felci ed erba medica
Questo arazzo gioca invece con i colori pastello di vari gomitoli di cotone. Nella scelta dei colori è importante immaginarsi a chi è destinata la composizione e dove sarà appeso l’arazzo in modo da armonizzarlo con l’ambiente e la personalità di chi lo riceverà. Le piante scelte sono felci ed erba medica. Entrambe le specie vanno inserite appena colte per sfruttare al meglio la loro forma, tanto delicata da sembrare un merletto. E bisogna avere la pazienza di farle emergere dal filato sottostante. Per salvaguardare il colore dei fiori, occorre evitare di esporli sole.
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