Come imparare a viaggiare nel futuro per vincere l’ansia

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Riesci a pensare in modo positivo al domani? La game designer Jane McGonigall ti insegna a farlo coltivando “l’ottimismo urgente”

La pandemia, il lockdown, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il caldo record, gli incendi. Le parole “incredibile” e “inimmaginabile” sono entrate a far parte del nostro vocabolario quotidiano. E insieme a loro anche una sensazione di precarietà, insicurezza e ansia diffusa. Cosa ci riserverà ancora il futuro? Si può pensare a un domani migliore in un’epoca così affollata di eventi traumatici? La risposta è sì: occorre usare l’immaginazione, come spiega Jane McGonigall.

La game designer e direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo dell’Institute for Future di Palo Alto, negli Stati Uniti, nel 2008 ha messo a punto una simulazione che ha coinvolto 10.000 persone e che ha incredibilmente previsto l’arrivo della pandemia del 2019. Ha immaginato che un virus respiratorio si sarebbe diffuso a livello globale: il suo compito era studiare le reazioni della popolazione e diminuirne l’impatto catastrofico. Lo scopo di una simulazione è infatti migliorare l’immaginazione collettiva in modo da diventare più resilienti e adattabili a ogni situazione. Allenarsi a pensare al futuro può trasformare l’ansia in speranza e l’insicurezza in fiducia. Proprio ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento. Jane McGonigall, autrice anche di un libro sull’argomento (Immagina, Roi Edizioni, 25,90 €), ci spiega come fare.

Il potere della fantasia

Trasportare le persone in mondi paralleli che esistono solo nel futuro è un modo per sviluppare la capacità di pensare in modo diverso, in un altro arco temporale. Non solo: se ci si proietta in un altrove che deve ancora avverarsi (e che è in linea con i nostri desideri e obiettivi) si può cambiare anche il nostro modo di vivere il presente.

«Quando portiamo a termine una simulazione, chi è stato coinvolto si sente più ottimista, più fiducioso nelle proprie capacità e più sicuro nel prendere decisioni risolutive sulla propria vita. Si tratta di iniziare a sviluppare un maggior fattore di agentivity: in altre parole si riscopre la voglia di agire e la capacità di trasformare ciò che non funziona, non ci soddisfa o semplicemente ci aiuta a gestire l’imprevedibile», scrive la specialista del futuro.

Non è semplice perché ognuno di noi è bloccato in una serie di abitudini mentali che lo tengono agganciato ai propri schemi: spesso pensiamo che ciò che ci è successo in passato, ci ricapiterà. È come trovarsi in un circolo vizioso: reiterando gli stessi comportamenti, riproduciamo la stessa realtà. Invece no: possiamo girare l’interruttore. Jane McGonigall sostiene che attraverso l’utilizzo di nuovi scenari, utilizzando “giochi sociali” possiamo sviluppare una crescita post-traumatica, riducendo l’ansia che caratterizza questo periodo e sviluppando ciò che lei chiama “ottimismo urgente”. Significa mettere a fuoco che abbiamo di fronte parecchie sfide ma anche numerose possibilità: il futuro è uno spazio aperto e ricco di sorprese che possiamo affrontare consapevoli delle nostre risorse e dei nostri talenti. In questo modo possiamo raggiungere un maggiore equilibrio tra speranze e preoccupazioni e diventare più audaci nello scovare soluzioni innovative ed efficaci.

Il pensiero episodico futuro

Inventarci un domani a nostra misura non è solo un esercizio piacevole. «Significa obbligare la nostra mente a fare qualcosa che non ha mai fatto prima», afferma Jane McGonigal. «Non ha i dati necessari per sapere cosa può accadere, quindi apre uno spazio vuoto che prende in considerazione varie possibilità. Riempire quello spazio richiede uno sforzo considerevole ed è per questo che è un esercizio così potente. Occorre creare una “nuova memoria” del futuro in modo da riuscire a vivere in modo più appagante ed efficiente il presente. Gli scienziati definiscono questa forma di immaginazione come “pensiero episodico futuro”: non si tratta di simularlo ma di viverlo nella tua mente».

Negli ultimi anni sono stati pubblicati oltre 5000 studi scientifici sull’argomento. Perché tanto interesse? Perché chi lo pratica ha maggiori probabilità di sentirsi ottimista, motivato e con un maggiore controllo sulla realtà. In pratica il pensiero episodico futuro è collegato a un maggior benessere psicologico e si è rivelato efficace nel contrastare il decadimento cognitivo. Inoltre, le ricerche ci mostrano che chi si applica al Future Thinking è più portato al cambiamento: vederti tra dieci anni per esempio innesca una spinta motivazionale che più facilmente induce a fare scelte alimentari più sane, mantenere nuove abitudini salutari come il praticare abitualmente uno sport, adottare comportamenti più sostenibili per l’ambiente, meditare e così via. Infine, i ricercatori hanno evidenziato che questa attività è strettamente legata alla creatività. Più immagini, più alleni estro e fantasia che ti permettono una visione più ampia in ogni circostanza della vita.

Cosa succede nel cervello

«L’esercizio di proiettarsi in una dimensione futura deve essere realistico: non è una fuga dalla realtà. È un compito cognitivo difficile ma importante. Secondo gli studi basati sulle risonanze magnetiche che monitorano l’attività cerebrale il pensiero episodico futuro implica una maggiore connessione tra 11 aree del nostro cervello, mentre per esempio quando ricordiamo un evento se ne attivano solo 6. Lo sforzo maggiore è determinato dal fatto che non solo stai immaginando qualcosa che non è in prossimità ma anche che stai cercando di dargli un senso compiuto: costruire un contesto. Si può paragonare alla realizzazione di una scenografia: selezione del cast e degli oggetti di scena, dove si svolge, chi c’è con noi, in che ambiente siamo.

Poi puoi continuare a visualizzare quali sono i tuoi bisogni e obiettivi tra 10 anni, chiedendoti: cosa voglio da quella scena? E qui entra in gioco la motivazione: in genere questa attività è legata ai valori più profondi e ai bisogni più essenziali, come imparare qualcosa di nuovo o aiutare gli altri. Che lavoro ti piacerebbe fare nella prossima decade? Infine, è il turno dei sentimenti: l’insula e l’amigdala del cervello si attiveranno per darti un indizio, un presagio di come stai sul palcoscenico: sei felice o triste? Spaventata o curiosa? Sei libera o in coppia? Nel box qui sotto puoi provare un assaggio di come funziona il Future-Thinking: più ti eserciti a fare questo esercizio in modo vivido e dettagliato, più diventa efficace», scrive l’esperta.

È importante capire che tutti hanno sempre la possibilità di cambiare il risultato di un match point, il punto vincente di una partita: quello della nostra esistenza.

Immagina l’inimmaginabile

Ti invitiamo a fare un viaggio mentale e a proiettarti nei prossimi 10 anni. Non è un numero a caso: per esempio sono occorsi 10 anni perché l’uso di internet passasse da 16 milioni di ricercatori accademici (1991) a un miliardo di persone (2001). Ed è trascorso lo stesso lasso di tempo dal primo utente di un I-Phone a quando la maggioranza delle persone sul Pianeta ha iniziato a possedere uno smartphone, creando la nuova era dell’always on (2007-2017). Infine ci è voluta una decade perché Facebook passasse da un utente a un miliardo di utenti (2004-2015).

Ora prova a chiudere gli occhi e a immaginarti tra 10 anni. Ti sei svegliata incredibilmente emozionata per… il tuo calendario segna un evento speciale. Di cosa si tratta? Riempi quello spazio vuoto con la tua immaginazione. Che cosa hai in programma? Che lavoro fai? Chi hai al tuo fianco? Come sei vestita? Perché sei emozionata? Di quale risorse hai bisogno e come ti senti? Non avere fretta: può essere necessario iniziare a piantare il seme dell’immaginazione e poi tornarci più tardi. Continua a giocare con varie possibilità e rispondi a tutte le domande. Pensa a come puoi essere diversa da oggi e a come quei cambiamenti rispecchiano i tuoi desideri.

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