Covid: nuove regole isolamento, più contagi più complicanze, il ritorno alla normalità

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di Laura Della Pasqua

1. Le nuove regole per l’isolamento dei positivi

2. Più ci si contagia, più possono aumentare le complicanze

3. Quando si potrà parlare di ritorno alla normalità

1. Le nuove regole per l’isolamento dei positivi

L’Istituto Spallanzani, all’avanguardia nella cura del Covid, ha inviato un parere al ministro della Salute per le nuove regole sull’isolamento dei positivi al Covid, proponendo un cambio di rotta per gli asintomatici.

Le regole attuali prevedono l’isolamento domiciliare di 5 giorni per gli asintomatici o almeno 2 giorni senza sintomi per gli altri positivi, con tampone negativo in uscita, oppure di 14 giorni senza sottoporsi ad alcun tampone. Gli esperti del centro scientifico, hanno detto che l’Italia si può allineare ad altri Paesi che hanno ridotto drasticamente il periodo di quarantena. Lo Spallanzani ha proposto al ministero della Salute un cambiamento delle regole.

Per le persone asintomatiche isolamento di 5 giorni dalla positività, senza bisogno di un ulteriore test negativo. Per quanto riguarda le persone con sintomi lievi, isolamento fino a 5 cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, se senza febbre da 24 ore. L’Istituto però raccomanda in questo caso prudenza. “Soprattutto in questa fase, dove ci può essere sovrapposizione con l’influenza stagionale, sarebbe opportuno nei cinque giorni successivi, se non si ha un test negativo, usare prudenzialmente una mascherina, in caso di contatto con persone fragili – rileva l’Istituto -. La comunità scientifica ritiene oggi gli auto test strumento accurato e idoneo a documentare la fine del contagio”. Intanto un report dell’Istituto superiore di Sanità parla di un aumento di casi tra personale sanitario e bambini.

2. Più ci si contagia, più possono aumentare le complicanze

Ormai sappiamo che chi ha contratto il virus non è protetto totalmente a causa della diversificazione del Covid in tante varianti. Ma c’è l’idea generale che chi si è ammalato e sia vaccinato, abbia sviluppato una sorta di super immunità. Questa tesi è stata smentita da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington, pubblicato sulla rivista scientifica Nature. Dall’analisi di una mole di dati, quali le cartelle cliniche dei contagiati, è emerso che a ogni nuovo contatto crescono le probabilità di andare incontro a complicanze. Il coordinatore dello studio, l’epidemiologo Ziyad Al-Aly, spiega così i risultati dello studio: “La nostra ricerca dimostra che contrarre il virus una seconda, terza o quarta volta contribuisce ad aumentare i rischi per la salute nella fase acuta, ovvero i primi 30 giorni dopo l’infezione, e nei mesi successivi, ovvero nel Long Covid”. A ogni infezione sembra aumentare il rischio di ricovero in ospedale, disturbi che interessano i polmoni, il cuore, il cervello e i sistemi sanguigno, muscoloscheletrico e gastrointestinale, e perfino di decesso. La reinfezione, inoltre, contribuirebbe anche al diabete, alle malattie renali e ai problemi di salute mentale.

raffreddore

3. Quando si potrà parlare di ritorno alla normalità

I dati delle ultime settimane indicano un calo dei contagi e buone notizie arrivano anche dall’estero. In Cina dopo quasi tre anni di tolleranza zero e restrizioni durissime, il governo ha annunciato un allentamento di alcune misure per arginare il contagio a cominciare dalla riduzione della quarantena all’arrivo nel Paese, che passa da dieci a otto giorni. Dire però che siamo fuori dal tunnel è prematuro e gli scienziati consigliano cautela. Per il virologo Massimo Clementi, professore emerito dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, si potrà parlare di un inversione della rotta della pandemia quando “per almeno due mesi questi dati di regressione dei contagi, saranno consolidati. Allora potremo dire che questa infezione sta diventando endemica”. Questo vuol dire che ricomparirà a ogni inverno insieme agli altri virus dell’apparato respiratorio, ma non farà più paura.

Per lo scienziato c’è anche un altro indizio del ritorno alla normalità che è il riaffacciarsi dell’influenza e del virus sinciziale. Per due inverni, l’influenza è sparita, poiché il virus dominante era il Covid. Ora la regressione della pandemia ha fatto riemergere virus che hanno sempre caratterizzato il periodo invernale.







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