Avere un seno denso, cioè con una grande quantità di tessuto fibroso e ghiandolare e meno adiposo, non è di per sé una caratteristica che mette al riparo dal tumore alla mammella, così come averlo più “grasso” non è un indice di maggiore rischio. Eppure molte donne sono ancora convinte del contrario, sottovalutando la probabilità di andare incontro a un cancro per il solo fatto di avere un seno più tonico. A dimostrarlo è uno studio americano, pubblicato su JAMA Network Open e condotto tramite interviste a oltre 2.000 donne di età tra i 40 e i 76 anni, appartenenti a diverse etnie. Al campione è stato chiesto quali fossero i fattori di rischio del cancro alla mammella. È emerso che il 93% delle pazienti considerava la familiarietà come principale elemento da tenere in considerazione, sottovalutando invece le caratteristiche del proprio seno, specie in caso di particolarità densità. Al contrario, lo studio ha dimostrato che chi ha il seno meno adiposo perché ha più tessuto ghiandolare, ha anche fino a quattro volte più probabilità di contrarre il cancro.
Cosa dimostra lo studio
Nonostante aumentino le informazioni, sui tumori restano ancora alcune false credenze. In particolare, sul cancro alla mammella. «Lo studio statunitense è interessante: viene dimostrato che spesso le donne non hanno consapevolezza dell’elevata densità mammaria come fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di tumore al seno», conferma Luca Nicosia, radiologo presso l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.
Il problema, si è visto, è legato proprio all’esecuzione della mammografia. Durante l’esame, infatti, un seno denso presenterà il poco tessuto adiposo presente di colore nero, mentre le zone toniche e fibrose, presenti in misura maggiore, risulteranno bianche, esattamente come un eventuale tumore. Ecco perché la diagnosi è più difficile. «In un seno completamente grasso – quindi con tanto nero sulla mammografia – possiamo essere precisi fino al 98%. Ma la nostra sensibilità può scendere molto in basso – in alcuni studi, anche fino al 30% – se il seno è estremamente denso» ha spiegato Christine Gunn, ricercatrice presso il Dartmouth Institute for Health Policy and Clinical Practice, che ha effettuato la ricerca.
Cos’è un seno denso?
Ma cosa si intende, esattamente, per seno denso? «Il termine ‘densità mammaria’ (da riferire alla quantità di ghiandola presente nella mammella) è spesso un termine poco noto alle pazienti», spiega il radiologo Luca Nicosia. In genere è una caratteristica delle donne più giovani, mentre con il passare degli anni e in particolare dopo la menopausa si tende a registrare un aumento del tessuto adiposo, più “grasso” oltre a un rilassamento del seno. Altre condizioni che possono portare a una maggiore densità sono anche la gravidanza e l’allattamento, una terapia ormonale e una condizione di maggiore magrezza generale.
Anche in queste situazioni, però, è bene sottoporsi a screening preventivi: «Il seno denso non è considerato come fattore di rischio per l’insorgenza di neoplasia mammaria, soprattutto se confrontato con altri più noti come la familiarità, l’obesità e il consumo di alcool – spiega il radiologo dello IEO – mentre occorrerebbe una maggior consapevolezza su questo fattore di rischio, che può portare a una migliore organizzazione dei propri esami preventivi. La densità mammaria dovrebbe inoltre essere comunicata nei referti degli esami medici di prevenzione eseguiti dalle pazienti (come l’ecografia e la mammografia)».
Cosa fare: l’utilità dell’autopalpazione
Che cosa fare, quindi? Se le caratteristiche del proprio seno non si scelgono né si cambiano, è utile seguire gli screening, ma anche l’autopalpazione? «In linea di massima l’autopalpazione è sempre utile. Nella mammella densa, tuttavia, l’autopalpazione è sicuramente più difficile: questo tipo di mammella è spesso caratterizzata dalla presenza di addensamenti ghiandolari che possono creare falsi allarmi. Il modo migliore per convivere con la mammella ad elevata densità è programmare regolari ecografie mammarie periodiche», chiarisce l’esperto.
«La prevenzione non va mai trascurata in nessun tipo di mammella – conferma Nicosia – Dai 40 anni in poi le pazienti dovrebbero sottoporsi a mammografia. Le pazienti con seno denso dovrebbero essere sensibilizzate anche a sottoporsi all’esame ecografico periodico, perché nel loro caso la sola mammografia non è sufficiente (se pur sempre indispensabile): in questo tipo di mammelle le due metodiche (mammografia ed ecografia) si complementano, ossia l’ecografia potrebbe vedere ciò che la mammografia non vede e viceversa». Da qui il consiglio del radiologo, anche in relazione all’età: «Consigliamo che le pazienti con mammella densa si sottopongano ad ecografie periodiche dall’età dei 30 anni».
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