Processo “aste ok, la Procura chiede l’archiviazione per tre carabinieri

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Processo “Aste ok”, la Procura di Avellino ha chiesto l’archiviazione nei confronti di tre carabinieri. L’potesi di reato formulata per i tre militari è quella di falso ideologico, corruzione e abuso in atti d’ufficio. La notizia emersa, oggi in aula, durante la seconda udienza, celebrata presso il tribunale di Avellino,  del processo sul secondo filone d’indagine che vede coinvolto il Clan Partenio.

La richiesta della Procura arrivata dopo gli accertamenti condotti tra novembre e febbraio, al termine dei quali, il pm che ha condotto le indagini, il sostituto Cecilia Annecchini avrebbe firmato una richiesta di archiviazione nei confronti dei tre militari del Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri. Ora sull’istanza avanzata dal pubblico ministero dovrà decidere il gip del trinubnale irpino.

Intanto l’avvocato Carlo Taormina ha anticipato che nei prossimi giorni presenterà opposizione e quindi si dovrà celebrare una camera di consiglio davanti al Gip.  Le indagini emerse in aula nella scorsa udienza erano state avviate dopo la trasmissione degli atti da parte del Tribunale di Avellino (il collegio presieduto dal giudice Roberto Melone), dei verbali relativi alle testimonianze in aula di  persone ascoltate  a settembre 2022. A questi due verbali trasmessi dallo stesso Tribunale si era aggiunta a novembre la querela sporta contro i Carabinieri da uno degli imputati  attualmente ancora agli arresti domiciliari.

Stamane, intanto,  era prevista l’escussione di uno dei militari indagati affiancati dal legale, ma  l’avvocato Gaetano Aufiero, ha sollevato un’eccezione fondata sulla circostanza che nel corso della camera di consiglio della scorsa udienza, il Tribunale collegiale presieduto da Melone, a latere Cozzino e Zarrella, avrebbe acquisito informazioni concernenti il procedimento a carico dei militari. “Una modalità – secondo l’avvocato Aufiero – non corretta poiché ogni provvedimento del Tribunale dovrebbe provenire da un’ordinanza. Quindi, ad oggi  la valutazione definitiva sulla presenza o meno del reato di rivelazione d’ufficio non dovrebbe essere effettuata da questa autorità giudiziaria, bensì da un’altra non coinvolta direttamente. Questo Tribunale non può non astenersi. Proseguire questo dibattimento con una contestuale trasmissione degli atti al competente ufficio di Procura sarebbe – conclude Aufiero- una macroscopica inaccettabile violazione dell’imparzialità del giudice, che sono presidio costituzionale per il giusto processo”.

Di fronte all’istanza della difesa, il tribunale si è ritirato in camera di consiglio, al termine della quale, ha stabilito l’invio degli atti al presidente del tribunale,  Vincenzo Beatrice che dovrà valutare sulla richiesta di astensione formulata nonché alla procura di Roma per valutare le condotte dei giudici.

La prossima udienza, adesso è attesa per il 24 marzo 2023.



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