Come dimenticare quei mesi di restrizioni, di dolore, di angoscia, al limite della disperazione? Come dimenticare le migliaia di persone vittime del covid morte in Italia, le tante che non ci sono più in Irpinia? Molto sentita a partecipata la cerimonia che si è svolta ad Atripalda, oggi 18 marzo, giornata nazionale della memoria delle vittime del virus che ha cambiato per sempre la vita del pianete.
Gli interventi del sindaco Paolo Spagnuolo e dei due parroci, don Ranieri Picone e don Luca Monti, hanno ripercorso i giorni difficili e drammatici della pandemia, destando il vivo interesse dei cittadini, degli alunni e degli studenti partecipanti.
Presenti il comandante della stazione dei Carabinieri ed il comandante della Polizia Municipale, il consigliere regionale Livio Petitto, i consiglieri comunali, i volontari della Protezione Civile e della Misericordia, le associazioni presenti sul territorio comunale.
Scorrono ancora davanti agli occhi di tutti le terribili immagini dei camion militari che trasportavano i corpi senza vita di Bergamo.
Scene che nessuno vorrebbe vedere mai più, mentre, seppure il virus ha perso la sua carica, grazie alla massiccia campagna vaccinale che ancora continua, non è però definitivamente scomparso. Come non sono stati ancora affrontate le questioni sanitarie che in quei mesi hanno portato a galla le profonde contraddizioni del sistema, soprattutto in Irpinia e nelle aree interne. A tre anni dalla pandemia, il lavoro da fare è ancora tanto.
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