Laudato sì, tra scienza e fede: la sfida del cambiamento

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Sceglie di partire dalla “Laudato sì’. Tra scienza e fede” il convegno che si terrà al Goleto il 14 maggio, alle 18. Nella LAUDATO SI’ papa Francesco auspica un cambiamento clamoroso della società e un’economia circolare; parla di lotta alla corruzione, di bellezza, la stessa bellezza che cantava san Francesco. In Papa Francesco, a mio avviso, prevale la gioia, perché è sostenuta dalla speranza di credere alla missione cristiana dell’umanità, seppure i presupposti siano drammatici tanto da metterci in guardia. Al n. 55 scrive: « … per fare un semplice esempio, con il crescente aumento dell’uso e dell’intensità dei condizionatori d’aria: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancor più la domanda. Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.» Pertanto compito del convegno è conoscere, capire e agire per evitare pericolosi rischi.

Per capire, per comprendere meglio molto spesso è necessario uscire dai nostri pregiudizi. Difficoltoso non è imparare cose nuove, ma è rendersi conto che certe cose che credevamo ovvie non lo sono affatto. Pensate a quando Copernico disse che il Sole era fermo e la Terra gli girava intorno: per capirlo bisognò abbandonare il vecchio pre-concetto della Terra ferma al centro dell’Universo e tutto le ruotava intorno. Ecco per imparare cose nuove dobbiamo rinunciare a qualcosa di ‘vecchio’. E rottamare un pregiudizio è la parte più bella perché comprendere non è accumulo di nuove idee, ma ripensare il mondo in maniera diversa. È una, diciamo così, risurrezione.

Allora se vogliamo attuare il cambiamento ‘clamoroso’ che auspica il papa dobbiamo ripensare il mondo uscendo dal modo in cui lo pensiamo adesso. Questo lo potranno fare con più facilità i giovani con la loro mente fresca e pronta ad accogliere i risultati della scienza, accettare le novità e mettere in campo le giuste azioni. Azioni concrete e costanti che diverranno abitudine. L’abitudine formerà il carattere. E alla fine il carattere determinerà il destino e l’avvenire dell’umanità. Tutto ciò lo si può fare già a partire da oggi. In questo consisterà il cambiamento clamoroso: esso arriverà dalla conoscenza, dall’umanità, dallo spirito e dalla coscienza di ognuno di noi nel vedersi e nel comportarsi come parte integrante dell’ambiente in cui vive. Ripensare il mondo vuol dire uscire dal modo di pensare precedente.

Michele Zarrella


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