Archiviato il Giro d’Italia, è tempo di guardare in faccia la realtà. Sinistra Italiana di Atripalda offre una serie di spunti di riflessione:
«Innanzitutto, ci auguriamo che l’effetto positivo in termini di manutenzione delle strade e del verde possa diventare una regola piuttosto che l’eccezione in occasione di eventi rari.
Quella di questi ultimi giorni è stata peraltro un’eccezione che ha dimenticato aree disastrate del centro cittadino solo perché non direttamente sotto i riflettori della manifestazione ciclistica.
Insomma, anche nei casi eccezionali sarebbe bene evitare di sistemare solo il salotto buono per gli ospiti e lasciare il caos nella stanza a fianco.
Dispiace constatare l’assenza totale di dibattito in città, di confronto, di voci critiche. La democrazia ha bisogno di contrappesi, di dialettica anche aspra, altrimenti non è democrazia».
Sinistra Italiana continua:«L’ascolto di tutte le idee non deve essere evitato come un fastidio, ma favorito e promosso come un arricchimento.
Esemplare è la questione del parere consultivo negativo della Corte dei Conti in merito alla costituzione dell’Azienda Comunale Multiservizi in house.
Su tale questione anche l’intera minoranza in Consiglio Comunale ha espresso motivatamente netta contrarietà addirittura prima della Corte dei Conti.
Troppi sono i dubbi sulla ricaduta in termini di costi sulla collettività e non si dimostra una maggiore efficacia ed efficienza nei servizi di gestione del verde e delle manutenzioni.
Il Sindaco, noncurante di tutto ciò, esprime la determinazione di proseguire comunque nel percorso avviato. Altra iniziativa dove c’è stato un evidente deficit di confronto ed ascolto è la nuova destinazione della piazza Papa Giovanni XXIII, diventata un’intricata quanto pericolosa gimcana di strade che lambiscono gli edifici.
L’opera è stata attuata per successive approssimazioni, senza una progettazione pubblicamente condivisa, in un‘area non destinata dal PRG vigente a viabilità pubblica e parcheggio pubblico.
E’ mai stata approvata una variante al piano e la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera?
Ma forse l’iniziativa che più risente della mancata condivisione è stata l’istallazione dei due orrendi gabinetti pubblici fuori terra collocati tra la riva del fiume Sabato e il principale monumento di Atripalda, la Dogana dei Grani.
Tutto questo per “valorizzare” la Dogana e per “valorizzare” la sponda del fiume Sabato?
Esiste un limite agli interventi pubblici di “decoro urbano”, ancor di più in pieno centro cittadino!
Possibile che nessuno abbia suggerito un intervento meno impattante? Il consenso, per quanto largo, non può mai autorizzare a disinteressarsi del parere dei cittadini o peggio ancora a pensare che il proprio operato sia al disopra di ogni controllo».
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