“E se al mio posto fossi tu”, il corto dell’Aurigemma per dire no a ogni forma di violenza

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Un cortometraggio per dire no a ogni forma di violenza e pregiudizio. E’ uno sguardo carico di emozioni quello consegnato dagli studenti della scuola media dell’istituto Aurigemma di Monteforte con “E se al posto mio fossi tu” scritto e diretto dalla professoressa Lucia Ausiello, con il coordinamento della professoressa Angelina Santulli. Questa mattina la presentazione del corto nell’auditorium dell’istituto alla presenza della dirigente Filomena Colella, del vicecomandante dei carabinieri di Monteforte Sofia, degli assessori del Comune di Monteforte Lia Vitale e Martino Della Bella, di Michela Mancusi dello Zia Lidia, del giornalista Alfredo Picariello. E’ la professoressa Ausiello a introdurre l’incontro sottolineando come il corto sia il frutto di un laboratorio di teatro che ha coinvolto le classi prime e seconde “Recitare non significa fingere ma tutt’altro, è un’attività fortemente autentica, per recitare l’attore deve vivere dentro di sè l’emozione in maniera reale e deve riuscire a trasferirla all’esterno. Se vi sarete emozionati alla fine di questo corto saremo riusciti nel nostro intento. Quando ho scritto questo testo e mi sono trovata i ragazzi di fronte, mi sono chiesta se sarebbero stati in gradi di compiere questo lavoro su sè stessi. Invece, mi hanno sorpreso, hanno saputo vivere pienamente questa esperienza. Se inizialmente erano come paralizzati al momento di recitare, hanno, poi, imparato a superare paure e timidezze. Abbiamo dovuto fare i conti con mezzi molto semplici, tutto è stato girato con una telecamera digitale all’interno di una scuola in cui si svolgevano tante attività in contemporanea”.

E’ quindi la dirigente Colella a sottolineare il valore formativo di cui si carica il corto per educare le nuove generazioni al rispetto dell’altro e al contrasto a ogni forma di bullismo o di violenza di genere.

Il corto racconta i pregiudizi legati all’omofobia, la corsa a ostacoli nelle città di chi vive la condizione di disabilità, la sofferenza delle donne che fanno fatica a riconoscere la violenza del partner, sempre pronte a giustificare il loro nervosismo, la loro rabbia, le loro percosse o ancora il dolore di chi è bullizzato e non trova il coarggio di reagire o di chi come le mamme costrette a fuggire dal proprio paese, scelgono di rinunciare ai propri figli per garantire loro la possibilità di un futuro. Un corto per ribadire che bisogna avere il coraggio di non voltarsi dall’altra parte quando si assiste ad un episodio di bullismo, poichè la violenza è una sconfitta per tutti e chi è complice è ugualmente colpevole. Un percorso che arriva fino alla denuncia della violenza nei confronti degli animali, le creature più indifese tradite da chi amavano più di loro stessi.

Michela Mancusi parla di un cortometraggio di alta sensibilità artistica che è stata l’occasione per promuovere un’alfabetizzazione emotiva e dare voce agli allievi che hanno imparato ad ascoltarsi ad affrontare tematiche anche complesse. Lia Vitale pone l’accento sul pieno sostegno dell’amministrazione comunale a progetti dalla forte valenza formativa, mentre l’assessore Della Bella sottolinea come si tratti di temi complessi che richiedono in alcuni casi, come in quello del fenomeno emigrazione, interventi da parte delle governo e delle istituzioni europee. “Al tempo stesso – spiega – è chiaro che bisogna fare rete tra le istituzioni, dalla scuola a Comune e forze dell’ordine per fronteggiare alcuni fenomeni”.

Quindi annuncia la partenza a giugno dei lavori di realizzazione dell’auditorium della scuola elementare e ribadisce l’attenzione del Comune a temi come quello dell’eliminazione delle barriere architettoniche con l’approvazione di un piano specifico”. Grande l’emozione della professoressa Santulli, coordinatrice e interprete del corto, che si appresta a salutare quest’anno l’istituto “E’ stata un’esperienza di grande intensità per il coinvolgimento degli allievi”. A chiudere la cerimonia la consegna degli attestati ai partecipanti ai laboratori.


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