L’Europa del futuro | Corriere dell’Irpinia

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Di Andrea Covotta

Alle prossime elezioni europee manca meno di un anno. Sarà un momento di svolta non solo per l’Italia e per il governo Meloni ma anche per la geografia politica del vecchio continente. L’orizzonte rischia di mutare. Potrebbe nascere una nuova intesa tra i conservatori (cioè la destra) e i popolari contro gli attuali inquilini di centrosinistra. Un’Europa diversa da com’è stata negli ultimi vent’anni e un’Unione in linea con quanto sta avvenendo in molti Paesi a partire dall’Italia, dalla Grecia o dalla Polonia e che si potrebbe allargare anche alla Spagna che andrà al voto il prossimo 23 luglio. Giorgia Meloni è una protagonista di questa operazione anche se le trattative che stanno andando avanti tra conservatori e popolari non sono così semplici e nel PPE ci sono molte personalità che non vogliono interrompere l’accordo con i socialisti e poi non c’è una grande sintonia a destra su vari temi a partire dall’immigrazione oggetto di un braccio di ferro all’ultimo vertice europeo tra i premier sovranisti Meloni, Morawiecki e Orban. Insomma far nascere un’Europa di colore opposto rispetto a quella degli ultimi anni ad alcuni sembra un azzardo. L’Europa però sta cambiando. Francia e Germania non sono quelle di un tempo. Macron deve guardarsi non solo dalla destra della Le Pen ma anche dalla sinistra radicale di Melenchon. La Germania di Scholz è alle prese con la recessione e dopo aver perso le ultime elezioni la Cdu, orfana della Merkel, prepara la rivincita. Il centrodestra, insomma, si sta organizzando mentre il centrosinistra è in difficoltà un po’ ovunque non solo in Italia. Oggi siamo lontani dal voto e in un anno lo scenario può cambiare nuovamente ma intanto questo è l’umore del momento. La partita è appena incominciata ma la posta in gioco è l’Europa del futuro. E in questo quadro bisognerà capire quanto conterà la scomparsa di Berlusconi per gli equilibri interni al centrodestra. Massimo Franco scrive che “nelle cancellerie occidentali ci si chiede se nei prossimi dodici mesi le spinte centrifughe e i conflitti prevarranno fino a spaccare e fare implodere Forza Italia; oppure se la memoria di Berlusconi riuscirà ad evitare un epilogo che molti temono, e forse altrettanti sperano. Sarebbe un paradosso se in un Ppe che si prevede ancora partito di maggioranza relativa, non ci fosse una rappresentanza italiana: con Forza Italia divisa dalle diatribe intestine e dunque risucchiata al limite delle percentuali necessarie per eleggere i propri rappresentanti europei. Uno scenario tutto da verificare che avviene proprio in una fase in cui il ruolo della premier italiana sembra destinato a consolidarsi”. La Meloni deve muoversi, dunque, con cautela ed evitare di stringere un patto solo con Forza Italia perché questa mossa verrebbe interpretata come un atto ostile dalla Lega di Matteo Salvini. Una competizione interna però non si può escludere visto che si vota con il proporzionale. Quel che è certo è che il nostro Paese si conferma un laboratorio molto interessante per i futuri equilibri europei.


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