E’ un concerto capace di regalare emozioni quello che consegna Michele Zarrillo, ospite a Picarelli dell’Avellino Summer Fest. La sua voce, di fronte ad una piazza gremita, risuona cristallina, mentre intona tutti i suoi successi da “Ragazza d’argento” a “L’elefante e la farfalla”, brani che tutti o quasi abbiamo canticchiato, simbolo di una generazione, di una musica fatta ancora di sacrificio, melodia e talento. Coinvolge il pubblico, gioca con la voce, rileggendo le sue canzoni in modalità quasi jazz, ora seduto al piano, ora imbracciando la chitarra, dà prova della sua bravura di musicista a 360 gradi. Il pubblico canta con lui e quando arriva “Cinque giorni” è il boato ad esplodere. A cantare sono proprio tutti, è la forza di alcune canzoni, diventate dei veri classici, fino a diventare parte di noi. Come se tutti quasi avessimo finito per riconoscerci almeno una volta in quei brani, lasciandoci trasportare dalla malinconia di note e testi. Zarrillo, per il quale il tempo non sembra essere passato, non si risparmia, concede il bis e la gente lo capisce, regalandogli applausi a scena aperta. Non è il pubblico di Geolier, sono piuttosto i giovani di ieri, mamme, papà, coppie ma anche genitori e figli desiderosi di cantare insieme a un artista che non ama gli effetti speciali ma ha fatto della semplicità la propria forza, di riassaporare la musica di ieri, quella che fa bene al cuore.
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