La spesa aumenta, calano consumi: in Irpinia giù le vendite nei piccoli negozi

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“L’inflazione continua a mantenersi su livelli elevati erodendo in misura crescente il potere d’acquisto delle famiglie. Così si spende di più per avere di meno. E le attività commerciali, soprattutto le più piccole, risentono della contrazione dei consumi, che nell’ultimo semestre fa segnare in Irpinia un consistente – 6%, in linea con il dato nazionale”. Ad affermarlo è Giuseppe Marinelli, presidente della Confesercenti provinciale di Avellino.

“I dati ufficiali dell’Istat – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria – confermano le previsioni del settore e la sgraedvole esperienza quotidiana di tante persone e famiglie, la cui borsa della spesa è sempre più vuota. La tendenza alla divaricazione tra vendite in volume ed in valore nel commercio al dettaglio purtroppo prosegue: il dato medio in valore pertanto cresce del 3,6% rispetto allo scorso anno, ma diminuisce di 3,5 punti in volume. Uno scenario negativo che si protrae da più di un anno, e che pesa soprattutto sui negozi che, secondo le nostre stime, hanno registrato un crollo del volume di vendita del -6% nei primi sei mesi dell’anno. Finora nemmeno i saldi estivi sembrano invertire questa direzione di marcia.

Particolarmente difficile, inoltre, continua ad essere la situazione dei prodotti alimentari per i quali lo scarto è ancora di oltre 10,5 punti e questo misura la dinamica specifica dei prezzi. Da settembre 2021, infatti, il tasso di inflazione generale ha superato il livello simbolico del 2%, iniziando la corsa dei prezzi che dura da oltre venti mesi.

Diversi i fattori che pesano sulla spirale dei prezzi e dell’inflazione. Tra questi sicuramente c’è anche l’aumento dei tassi di interesse, che frena gli investimenti delle imprese e mette in crisi i bilanci delle famiglie. Un meccanismo pericoloso che va assolutamente spezzato”.

“Il nostro auspicio – conclude Marinelli – è che si intervenga rapidamente su più fronti, con misure a medio e lungo termine, dalla riforma fiscale alle politiche del lavoro e alla riduzione delle disparità salariali a svantaggio del Mezzogiorno, e con sostegni immediati, per frontegguare la crisi e dare una boccata d’ossigeno alle famiglie e di conseguenza alle attività commerciali”.


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