Sono state le sonorità del Mediterraneo, sotto l’attenta guida del maestro di cerimonie e direttore artistico Armando Sparagna, a caratterizzare la prima giornata del festival “Sei notti di Venere”, nell’affollata piazza Matteotti. Una “Notte della dea che balla” salutata dai ritmi di “Attaranta”, produzione originale composta da Sparagna proprio per il Festival, in prima esecuzione assoluta. Di scena i “Solisti di Montemarano”, con la tarantella irpina e l‘Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, una grande compagine sonora, unica nel suo genere, composta dai più importanti virtuosi di strumenti della tradizione popolare nazionale. Ed è una festa senza fine a prendere forma sul palco, coinvolgendo anche il pubblico anche grazie ai ballerini del Corpo di Ballo dell’Auditorium Parco della Musica, tra pizziche e taranta. Ad impreziosire l’orchestra alle percussioni Toni Esposito, a rivistare i canti della tradizione, da quella italiana a quella del mondo i virtuosismi del liuto arabo-andaluso di Ziad Trabelsi e la voce ammaliante di Peppe Servillo. Soddisfatto il sindaco Gianluca Festa: “Avellino ieri sera è diventata l’epicentro della danza e della musica popolare del Mediterraneo. Con Ambrogio Sparagna e la sua orchestra, Toni Esposito, Peppe Servillo, Ziad Trabelsi e i Solisti di Montemarano, la prima tappa delle Sei Notti di Venere ha fatto vibrare i cuori dei tanti appassionati che si sono ritrovati sotto il palco di una via Matteotti, gremita di gente come non si vedeva da tempo, per ascoltare le sonorità coinvolgenti e ballare sui ritmi travolgenti provenienti dai Sud del Mondo”.
Si prosegue ll 21 agosto, nei Cunicoli longobardi, alle ore 19, con “La notte luminosa”, con i Fiati dell’Appennino. Alle 24, nella cripta del Duomo, il “Campus Stellae, dedicati ai suoni arcaici della tradizione contadina dell’ Appennino.
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