Se il Dottor morte porta i suoi doni a Kiev

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Di Domenico Gallo 

Da molto tempo filtrano dagli Stati Uniti dubbi e voci di dissenso di diplomatici, militari ed accademici sulla politica di prolungamento della guerra in Ucraina portata avanti intransigentemente dall’amministrazione Biden. Questa situazione ha fatto balenare come un fantasma, l’ipotesi che gli USA meditassero una via di uscita dal teatro ucraino, addossando a Zelensky la colpa del fallimento. Come ha osservato Barbara Spinelli (il Fatto Quotidiano del 23 agosto) sono significativi due articoli pubblicati rispettivamente dal Washington Post il17 agosto e dal New York Times il 18 agosto. I due giornali, citando funzionari del Governo USA, attribuiscono il mancato successo della controffensiva al fatto che gli Ucraini non hanno seguito le istruzioni dei militari statunitensi volendo limitare le perdite sul campo di battaglia e dimostrandosi così un Paese “casualty adverse”. Evidentemente le perdite subite dagli ucraini in tre mesi di controffensiva, indicate dai russi in 66.000 uomini, sono state ritenute dal Pentagono un contributo di sangue insufficiente per rovesciare le sorti del conflitto. Se si potevano nutrire delle perplessità sulle reali intenzioni dell’Amministrazione Biden, a dissiparle è intervenuto il viaggio, il 6/7 settembre, del Segretario di Stato Antony Blinken, che si è recato a Kiev con una valigia carica di doni del valore di un miliardo di dollari. Gli aiuti statunitensi – ha detto Blinken – consentiranno alla controffensiva ucraina di “acquisire slancio”. Il pacco dono comprende tanto aiuti militari diretti, compresa la fornitura delle munizioni ad uranio impoverito, quanto finanziamenti per consentire agli ucraini di acquistare ulteriori armi ed equipaggiamenti da Stati terzi. Naturalmente non mancano gli aiuti civili per consentire all’amministrazione statale ucraina di restare in vita. Come potranno gli Ucraini ricambiare tanta generosità? Evidentemente rinunciando a quegli scrupoli che avevano fatto apparire l’Ucraina agli occhi del Pentagono come un paese “casualty adverse”. Perché la controffensiva acquisti slancio, deve cessare ogni riluttanza a subire delle perdite, anche massicce. In pratica, accettando il dono di Blinken, Zelensky si è impegnato a costruire tanti nuovi cimiteri di guerra e a sacrificare la “meglio gioventù” sull’altare della politica antirussa di Biden. In altre parole la valigia che Blinken ha portato in dono a Zelensky è un carico di morte. C’è anche l’assicurazione che la morte continuerà la sua opera silenziosamente e per molti decenni dopo che saranno cessati i combattimenti, grazie al regalo delle “cluster bombs” e delle munizioni ad uranio impoverito, destinate a “saturare” il campo di battaglia. Ce n’è abbastanza per qualificare Blinken come il “commesso viaggiatore della morte”.


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