Asidep: lo sciopero ad oltranza, la depurazione a rischio, e la vertenza che si inasprisce

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Si inasprisce la lotta dei lavoratori dell’Asidep che, da due settimane, hanno cominciato lo sciopero ad oltranza.”Che adesso nessuno fermerà- danno detto i sindacati-“. In attesa che il presidente dell’Area di Sviluppo Industriale, Pasquale Pisano, decida per l’affidamento negoziato ad Irpiniambiente che così, per dodici mesi, potrà gestire il servizio della depurazione irpina. E poi si potrà pensare, con la Regione Campania, ad un finanziamento di un “project financing”.

L’affidamento negoziato prevede, per legge, che siano invitati tre operatori economici. In questi giorni i cinquantacinque dipendenti di Pianodardine sono sempre più “esasperati”, come hanno scritto in uno dei loro ultimi comunicati in cui si annunciava, appunto, che avrebbero incrociato le braccia. Siamo davanti ad una storia italiana. Anzi irpina. Da due mesi è un “tira e molla” estenuante, in cui si rinnegano patti presi in Prefettura. A cominciare da quelli del 15 novembre scorso.

Gli operai lo ricordano:” Quei patti li hanno rinnegati”. Il ritiro del bando europeo della depurazione, per ora soltanto sospeso, il pagamento di almeno uno dei quattro stipendi arretrati che devono ancora riscuotere i 55 dipendenti. Sono cose rimaste sulla carta. A cui non ha tenuto fede il presidente dell’Asi. Mentre il presidente dell’Asidep, dicono le organizzazioni sindacali, è alla finestra.In qualche modo, Pisano, ha rimediato soltanto con una piccola parte di un solo stipendio. Un allarme lo ha lanciato il segretario provinciale della Cgil, Franco Fiordellisi. Parole dure le ha  spese il segretario provinciale della Fismic, Giuseppe Zaolino: “Non è un personaggio( Pisano, ndr) degno di rispetto perché, non solo ha disatteso gli accordi presi in Prefettura, ma ha istigato e provocato i lavoratori, i sindacati. Si è comportato in modo inqualificabile”.

Il presidente dell’Asi, ancora nelle ultime ore, aveva promesso che avrebbe lavorato per l’affidamento negoziato ad Irpiniambiente. Ma non è successo ancora niente. I sindacati, Fiom, Uilm e Fismic chiedono “le dimissioni, sue e di tutto il cda, in quanto Asi è incapace di risolvere i problemi della depurazione”.

E con i lavoratori fermi, tutto il sistema della depurazione delle aziende del cratere lo saranno”con tutte le conseguenze del caso. A metà settimana scorsa erano a protestare davanti alla Prefettura e, dopo, presso il nucleo industriale di Nusco, dove c’è un impianto di depurazione che serve una parte di aziende altirpine.”Ci stanno prendendo in giro-dicono- ma, adesso, basta”. Hanno ribadito che”siamo stati provocati e, soprattutto, offesi nella dignità di ogni famiglia”.

Una faccenda nata male: quando il presidente Asi aveva deciso di pubblicare il bando di gara europeo, in pratica l’affidamento a privati con un notevole dimagrimento della forza lavoro. I dipendenti Asidep avevano, intanto, avvertito il pericolo, se si fosse andati avanti col bando europeo   anche di infiltrazioni camorristiche. Perché la gestione della depurazione sarebbe andata ad un privato. Chissà chi. Si sarebbe, comunque, arrivati a questo se non si fossero opposti lavoratori, sindacati, anche l’assessore regionale al Lavoro Antonio Marchiello. Quest’ultimo, proprio in Prefettura, aveva preferito la soluzione con Irpiniambiente. Il Prefetto di Avellino si era raccomandato ed aveva lavorato per trovare il miglior modo di venire a capo della vertenza Asidep. Soprattutto per quel che riguardava gli stipendi, quattro, che i cinquantacinque dipendenti dell’Asidep non avevano ricevuto. Strette di mano con Pisano, verbali sottoscritti, ma di tutto quello che avrebbe dovuto essere stabilito non si è visto ancora niente. E dopo gli”stop and go” a cui si è assistito, adesso”si fa veramente- hanno stabilito nell’ultima assemblea di Pianodardine”.

I segretari provinciali di Fiom, Giuseppe Morsa, della Uilm, Gaetano Altieri e della Fismic, Giuseppe Zaolino, chiedono a gran voce le dimissioni di Pisano. O, quanto meno, il commissariamento dell’Asi. Vedremo se, nelle ultime ore, ci saranno ulteriori sviluppi e novità. Intanto, lo sciopero per un giorno si è spostato, come dicevamo, a Nusco. E, nei giorni seguenti, a Morra De Sanctis.  Dove ci sono gli impianti di depurazione, insomma. Ed i sindaci si mostrano abbastanza preoccupati per le conseguenze che, lo sciopero dei lavoratori dell’Asidep, potrebbe avere. Da  Nusco, ad esempio, il primo cittadino Antonio Iuliano, ha fatto richiesta agli enti preposti di un intervento”urgente e necessario”. In modo da evitare”inquinamento e un danno ambientale”. Lo scarico delle acque reflue degli opifici sul territorio, appartenenti all’Asi, se non funzionante a causa dell’inattivita’ potrebbe provocare, secondo Iuliano, gravi conseguenze.  Quindi si rivolge al prefetto di Avellino, al dipartimento del ciclo integrato delle acque reflue e dei rifiuti della regione Campania, alla Forestale, all’Arpac e ovviamente a Asi e Asidep, perché intervengano”ad horas con ogni misura utile per evitare l’inquinamento e il disastro ambientale paventato”.

Le stesse preoccupazioni arrivano dai sindaci di Calitri, S.Angelo dei Lombardi e Lacedonia. Si allarga, quindi, il fronte dei Comuni che chiedono alle istituzioni di trovare una soluzione. Solidali, ovviamente, con le ragioni della protesta dei cinquantacinque lavoratori Asidep. Mentre giovedì sera una lettera, inviata a tutti gli enti di controllo e ai sindaci del territorio, dei capi impianti e dei responsabili di settore delle aree industriali dell’Asidep, faceva conoscere le condizioni degli impianti di depurazione.” In seguito allo stato di agitazione in atto, con relativa chiusura degli impianti, non hanno( gli impianti, ndr)più capacità di accumulo dei reflui. Ci saranno sversamenti di reflui tal quali, con grave impatto e danno ambientale. In alcuni impianti- si legge nella lettera-vengono convogliati anche reflui civili che provengono dai Comuni, senza controlli analitici dell’erogazione di acqua potabile alle aziende. I responsabili declinano ogni responsabilità per cause non derivanti dalla loro volontà”. Cresce, però, allo stesso tempo l’apprensione per l’inquinamento che potrebbe crearsi a seguito dello sciopero dei cinquantacinque lavoratori della  partecipata di Pianodardine. E infatti interviene l’Arpac che farà le analisi delle acque reflue dei macchinari fermi. I presidenti di Asi e Asidep, Pasquale Pisano e Giovanni Maria Chieffo, hanno in qualche modo minacciato che, per riavviare gli impianti, potrebbero affidarsi all’Alto Calore. I sindacati sono pronti a denunciarli per attività antisindacale. Intanto, nella mattinata di lunedi, i lavoratori della depurazione irpina hanno spostato la protesta verso l’area di sviluppo industriale di valle Ufita. Stavolta i lavoratori dell’Asidep sono decisi a continuare lo sciopero ad oltranza. Già dall’inizio di questa vertenza, più volte, hanno dimostrato il loro “senso di responsabilità”, per non far fermare gli impianti industriali. Ma, stavolta,”è diverso-dicono-“. Se non si arriverà ad una conclusione, infatti, la depurazione delle aziende delle aree di sviluppo industriale potrebbe restare ferma.

Giancarlo Vitale


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