Don Giacomo Alberione e il Sinodo

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Foto: vaticannews.va

di Stefano Pignataro

“Evangelium, evangelium, evangelium”. La parola, quasi un’esortazione, del “Vangelo”, ripetuta tre volte sullo sfondo di tre onde televisive sotto un grande ripetitore. Al centro, un’immagine stilizzata di Don Giacomo Alberione dallo sguardo profondo, intense, che sembra guardasse dietro di lui il lento propagarsi delle onde che diffonderanno la parola.

È una delle immagini, a me più care perché’ spesse volte raffigurata nelle pagine di quel “Giornalino” che rimane una delle opere di evangelizzazione giovanile più riuscite e longeve del Beato, più celebri ed emblematiche del presbitero ed editore. Lo scorso 26 novembre è caduto il cinquantaduesimo anniversario della morte, una morte che lascia una straordinaria eredità, la congregazione religiosa della Famiglia Paolina e della Società editoriale San Paolo. Sono passati cinquantadue lunghi anni da quel novembre 1971, da quando la Congregazione veniva privata del suo tenace e visionario fondatore (una scomparsa confortata dalla visita e dalla benedizione del Papa Paolo VI che non nascose mai la sua ammirazione e venerazione) e vent’anni dalla Beatificazione voluta da Papa Giovanni Paolo II che aveva già firmato 7 anni prima il Decreto con il quale vennero riconosciute le virtù eroiche e il conseguente titolo di Venerabile ed il pensiero del presbitero nato a Fossano e cresciuto ad Alba rimane attuale e fecondo grazie ai diversi frutti cresciuti rigogliosi nella vigna del Signore tra cui i tanti mezzi di comunicazione da lui fondati, quest’anno freschi novantenni quali la rivista Famiglia Cristiana e molte altre.

Un pensiero, quello di Don Alberione e della Famiglia Paolina che, mettendo al centro la parola di Dio, la Devozione per la Santa Madre di Dio e per San Paolo che lo porta in massima contemplazione nella “notte tra i due secoli” del Capodanno 1900 nella Cattedrale di Alba, fa dell’insegnamento del “Primo Maestro” un precetto fondamentale, qualificante, quasi assoluto: “Gesù Maestro e Pastore, Via e Verità e Vita”: saranno “i Paolini”, nel mondo, evangelizzatori profetici.

Sull’accoglienza di “Cristo Via e Verità e Vita in tutta la persona, mente, volontà, cuore, forze fisiche” di cui Alberione trarrà i suoi precetti nei anni ’30 con la pubblicazione del volume “Donec formetur Christus in vobis”, un’opera fortemente condizionata sicuramente da un’attenta lettura dell’Enciclica di Leone XIII,”Tametsi futura”, “L’Editore di Dio” è parte attiva di pensiero negli anni 1962-1965, gli anni del Concilio, in cui si legge che  “il Primo Maestro è protagonista silenzioso, ma molto attento del Concilio Vaticano II, alle cui quattro “sessioni” partecipa quotidianamente con vivo impegno”(da “Santi beati e testimoni”).

Un giorno di particolare rilevanza è il 4 dicembre 1963, esattamente sessant’anni fa in cui, durante i lavori conciliari, viene emanato il Decreto “Inter Mirifica” sugli strumenti della comunicazione sociale da adoperare come mezzi di evangelizzazione. La Chiesa ha parlato. Vi ho dato il meglio. Se avessi trovato qualcos’altro di meglio, ve lo darei ora, ma non l’ho trovato”, ebbe a dire il Sacerdote. Un’esortazione che Don Alberione aveva fatto già sua proprio quella notte Santa in cui stette 4 ore in contemplazione comprendendo quale fosse la sua missione per sé e per il Mondo: quella “particolare luce”, come testimonia egli stesso, “obbligato a servire la Chiesa”, con i mezzi nuovi offerti dall’ingegno umano”, evangelizzare con i nuovi mezzi di comunicazione di massa”.

Tutta l’eredità di Don Giacomo Alberione può essere analizzata ed approfondita secondo le multiformi e differenti sfide della Chiesa nell’ambito dello straordinario Sinodo indetto da Papa Francesco di cui recentemente è stata pubblicata una lettera di riepilogo dall’Assemblea generale Ordinaria. Alcuni passaggi risultano interessanti per un accostamento naturale con l’eredità di Alberione e della famiglia Paolina; se “Comunicare, per dirla con papa Francesco, è un lavoro artigianale, che per questo richiede discernimento, cioè scrutatio dei segni della storia, grande o piccola che sia, e poi capacità di renderla feconda (..).

L’ascolto e il confronto, parole chiave del discernimento ecclesiale ad intra e ad extra, non possono rimanere lettera morta, ma devono vivificare gli ambiti entro cui vengono diffuse o ricevono attenzione. Comunicare il Sinodo è prenotare un debito con coloro i quali riceveranno i frutti più maturi di questa semina della comunità cristiana, perché la sfida del popolo di Dio non si fermerà a questi tre anni, ma avrà una eco lunghissima. Per questo, come comunicatori, ma anzitutto come cristiani, siamo chiamati a comunicare bene. Sarà la traccia della storia” (1), allo stesso modo Don Alberione raccomandava ai fedeli di donarsi al mondo di oggi con tutte le potenzialità oggi a disposizione perché “La stessa vita spirituale ha come esito spontaneo l’annuncio apostolico, tanto da potersi affermare che la missione è la stessa via alla santificazione” (2).

Se il Cardinale Aguiar Retes, arcivescovo messicano, tra i presidenti delegati dell’Assemblea e membro di nomina pontificia, ricordando il Sinodo del 2012 voluto da Benedetto XVI sulla nuova evangelizzazione che giunse alla conclusione che la trasmissione della fede era “fratturata” assevera che «Le famiglie non erano più capaci di rivolgersi alle nuove generazioni»(3)  rimandando al primo Sinodo di Papa Francesco ì dedicato alle famiglie ed quello dei giovani e per i giovani avvenuto del 2018 con un’esortazione apostolica della “Christus vivit”,ugualmente la missione della Famiglia Paolina fonda la sua evangelizzazione ed il suo apostolato sull’acculturazione dei giovani, delle famiglie e dei giovani grazie all’opera del già citato “Giornalino”, fucina di idee, di animazione reso immortale da storici vignettisti, giornalisti e sacerdoti che ha formato (e tutt’oggi forma) all’alba del centenario, tantissimi giovani, apostoli laici del domani.

Note:

  1. Fabio Mandato, Comunicare secondo lo stile sinodale-Parole di vita

2. Guido Gandolfo-SSP- La spiritualità del Beato Alberione nella vita e nell’Apostolato del Gabriellino in “Centro di spiritualità paolina internazionale”

3. Vatican News (a cura de L’Osservatore Romano) – Sinodo, il 25 ottobre la pubblicazione della “Lettera al Popolo di Dio”


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