Menopausa, il nuovo farmaco non ormonale contro le vampate

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La molecola fezolinetant sarebbe in grado di ridurre significativamente il fastidioso problema della menopausa. Ecco come funziona il nuovo medicinale, che a breve potrebbe arrivare in Italia

Le vampate sono uno degli effetti più fastidiosi della menopausa. Le donne sono davanti a un bivio: se usare la terapia ormonale sostitutiva (Tos) o soluzioni meno invasive con gli integratori. Una scelta che spesso è obbligata da una serie di fattori organici.

Ma la ricerca ora ha tracciato una terza via, delle molecole alternative in grado di ridurre le vampate senza agire a livello ormonale. Uno studio, pubblicato sulle pagine di The Lancet, ha dimostrato che la molecola fezolinetant è in grado di ridurre significativamente il fastidioso problema della menopausa. Il farmaco noto come Veozah è stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration) degli Stati Uniti.

La novità particolarmente interessante è che si tratta di un farmaco non ormonale quindi può essere adottato anche da quelle donne che hanno avuto problemi oncologici o hanno una familiarità che rende rischiosa la Tos. È quindi un traguardo importante per la medicina.

Come funziona il farmaco anti-vampate

Il fezolinetant è un antagonista del recettore della nuerochinina 3 (NK3) che è implicato nella regolazione della temperatura corporea a livello cerebrale. Legandosi a esso, il fezolinetant ne blocca l’azione, contribuendo a risolvere il problema delle vampate di calore.

La FDA spiega che il prodotto si assume per via orale nella dose di 45 mg una volta al giorno, con o senza cibo ed è preferibile una regolarità giornaliera, alla stessa ora circa per una maggiore efficacia.

Negli Stati Uniti il costo è stato fissato a 550 dollari per 30 giorni di cura. Anche se non è un prodotto ormonale, non si può prescindere dalla prescrizione del medico e da analisi preventive che valutino la funzionalità epatica.
Inoltre la paziente deve informare il medico se ci sono problemi o malattie al fegato, patologie renali o condizioni di salute che potrebbero peggiorare.

Le controindicazioni

La FDA fa sapere che ogni tre mesi, per i primi nove mesi di utilizzo del farmaco, le pazienti dovranno eseguire analisi del sangue. I valori di transaminasi epatiche nel sangue possono, infatti, essere incrementati dalla terapia; per questo è necessario un monitoraggio costante durante il trattamento.

Come ogni farmaco sono possibili effetti collaterali come sintomi di danneggiamento epatico, quali nausea, vomito, ingiallimento della pelle e degli occhi e dolore nella parte superiore destra dell’addome. Si possono anche manifestare mal di schiena e insonnia.

Ci sono però alcune situazioni per le quali il fezolinetant non va usato. È il caso di pazienti che soffrono di cirrosi, di gravi problemi renali e di insufficienza renale. Il farmaco è stato approvato anche dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e a breve potrebbe arrivare anche in Italia.

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