L’omaggio di Ariano a Lida Frisini, giusta tra le nazioni. Il vescovo Melillo: esiste il rischio che simili tragedie accadano di nuovo

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E’ stata la figura della giusta tra le nazioni Lida Basso Frisini a rivivere nell’incontro promosso dal Comune di Ariano presso il Palazzo degli uffici in occasione del Giorno della Memoria A confrontarsi il vicesindaco Grazia Vallone, la professoressa Maria Carmela Grasso, la dirigente scolastica Tiziana Aragiusto, i docenti del De Gruttola, il vescovo Sergio Melillo, il sindaco Enrico Franza, Pierpaolo Frisini, figlio di Lida. E’ stato Franza a sottolineare come la memoria è un contenitore vuoto se non genera buone pratiche “E’ l’unico vero argine contro la cultura dell’indifferenza”. E’ stato quindi il vescovo Melillo a parlare di una storia che “parte dalla concretezza di una vita semplie. Una lezione di grande attualità. Il rischio che si ripeta una simile tragedia è molto forte. In tanti angoli del mondo ritroviamo una storia con connotazioni diverse ma di pari sofferenza. Che la banalità del male accenda in noi il desiderio di conoscere quello che è accaduto. A colpire nel ricordare quella tragedia è la scientificita con cui è stato compiuto il massacro del popolo ebraico”. Quindi è stato Frisini a rievocare la storia della madre e di tanti eroi sconosciuti che non si sono voltati dall’altra parte di fronte all’orrore.

Nata a Pescia, in provincia di Pistoia, Leda ospitò in casa sua a Lunata, in provincia di Lucca, un gruppo di ebrei, che costituiva una parte consistente di quanti erano scappati dalla Francia meridionale in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Dopo la caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943, il governo Badoglio aveva avviato un progressivo disimpegno delle forze armate italiane dalla Francia fino all’ordine, dato il 15 agosto del 1943, di completa evacuazione. La Quarta Armata che occupava le regioni meridionali francesi comprese tra il confine alpino, il Rodano e la costa mediterranea, da tempo proteggeva la popolazione ebraica e al suo rientro in Italia fu seguita da molti ebrei. Il 10 settembre i tedeschi occuparono l’Italia e iniziò la persecuzione degli ebrei nel nostro paese.

In casa di Lida furono accolti per un anno, da settembre 1943 a settembre 1944, dodici membri della famiglia Gabbai, mentre altri otto ebrei trovarono rifugio presso altre famiglie della piana di Lucca grazie al suo interessamento. Lida organizzò la raccolta di cibo in favore dei suoi protetti rivolgendosi a famiglie private e al convento dei Padri Carmelitani di Capannori, e organizzò la prima parte della fuga in Svizzera di cinque dei rifugiati con l’aiuto di due partigiani, Michele Lombardi e Roberto Bartolozzi. I


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