Piccoli comuni, Arci: “preoccupati per l’abolizione del limite di mandato per i sindaci

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” L’ abolizione del limite dei mandati per la carica di sindaco nei piccoli paesi deve diventare l’occasione per avviare una riflessione profonda su democrazia e cura del territorio. Per questo esprimiamo profonda preoccupazione per una scelta che rischia solamente di tappare provvisoriamente una falla ben più ampia e decisamente esplosiva”. Ad affermarlo  in una nota Arci  che pone l’accento  sul terzo mandato.

“Siamo infatti in una fase storica in cui la partecipazione elettorale e democratica

attraversa una crisi strutturale e manca a nostro avviso una riflessione seria su questo,

e, nel frattempo, si trovano soluzioni di segno opposto o, nella migliore delle ipotesi,

del tutto insufficienti”.

“Vi è poi un tema di metodo. La partecipazione o è reale coinvolgimento o non è tale.

Questa decisione, presa ancora una volta senza il coinvolgimento diretto della

cittadinanza, sembra perpetuare l’idea errata che la politica e l’amministrazione siano

prerogative di singoli individui e non di comunità collettive.Per chi, come Arci, si impegna a immaginare e costruire futuri diversi per le aree interne questa decisione rappresenta un duro colpo, perché non apre una riflessione più ampia che riguarda la vera causa della mancata partecipazione alla vita civile: losvuotamento progressivo delle aree interne”.

“Questa scelta rischia peraltro di diventare strumento per la creazione di ‘feudi’ locali,

luoghi in cui l’accesso prolungato al potere può facilmente trasformarsi in un’opportunità per consolidare posizioni anziché promuovere il rinnovamento, innovazione e risposta all’abbandono.Come se non bastasse, un contesto del genere diviene ancora più sfavorevole perquelle persone giovani che vorrebbero impegnarsi nelle amministrazioni, e che si trovano già troppo spesso tagliate fuori dalla necessaria assunzione di responsabilità

pubblica”.

“Le aree interne italiane versano in una condizione di sottosviluppo e spopolamento

continuo e progressivo, per questo pensiamo che- sottolinea l’associazione –  per ricostruire e ricucire un legame sano tra politica e cittadinanza andrebbe incentivata la partecipazione, attraverso percorsi di cessione di sovranità che possono contemplare strumenti come la

coprogettazione e la coprogrammazione, attivando canali di accesso anche per il terzo

settore alla gestione dei beni comuni”.

“La rimozione dei limiti di mandato alla carica di sindaco nei piccoli comuni appare

così un palliativo, una soluzione di corto raggio adottata dalla politica per risolvere

problemi reali di ricambio della politica locale, in una situazione in cui- rimarca Arci – le

amministrazioni sono strangolate dal Patto di Stabilità e hanno dotazioni di personale

tecnico-amministrativo ridicole”.

“Ma se vogliamo provare a invertire una rotta in cui, come secondo il rapporto Svimez

2023, entro il 2080 il Mezzogiorno perderà circa 8 milioni di popolazione residente,

allora dovremmo riflettere sui motivi profondi della perdita di popolazione, della

mancanza del desiderio di fare politica, pensando a come rimettere al centro i servizi

essenziali, le istituzioni di prossimità e le occasioni di partecipazione culturale e

democratica nei territori interni in cui- conclude Arci -ò  troppo spesso regna una dimensione asfittica di

autocrazia”.


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