Farmaci, ansiolitici: guida all’uso corretto

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Gli ansiolitici sono farmaci molto usati dagli italiani. Il rischio però, a volte anche per un minimo errore, è rendere la cura inutile o addirittura dannosa. Ecco i consigli d’uso

Gli ansiolitici rappresentano il 17% della spesa dei farmaci in classe C con ricetta in Italia, i più usati secondo il Rapporto 2022 dell’Agenzia Italiana del Farmaco.

Il medico di famiglia milanese Franco Marchetti, già in trincea negli ospedali ai tempi del Covid e con più di 1500 assistiti SSN a Milano, ci spiega come utilizzarli perché ci facciano davvero (e solo) bene.

Guida all’uso degli ansiolitici

Gli ansiolitici sono utili se. Il periodo di stress e l’ansia sono davvero diventati importanti (durano da tempo e non sono episodi sporadici ma giornalieri, che si presentano più volte al giorno e/o in modo quasi continuativo). 

Gli ansiolitici sono inutili se. Assunti nelle posologie sbagliate e di propria iniziativa, ad esempio per problemi di insonnia. «In questi casi possono dare sonnolenza diurna e disturbi della memoria», avverte il dottor Marchetti.

Ansiolitici, gli errori più comuni. Prolungarne l’uso oltre la prescrizione medica. «Sono farmaci che hanno un utilizzo temporaneo, a cicli in genere di due settimane (in casi specifici anche di 1-2 mesi al massimo), fino al superamento della fase clou del problema», spiega il medico di famiglia e allergologo. «Troppi tendono a prenderli per lunghi periodi, persino anni».

Cosa va fatto prima e dopo la cura di ansiolitici

Un controllo medico, che può sfociare, per certi disturbi d’ansia, in una visita psichiatrica. Anche per evitare che quella che sembra solo ansia o insonnia non nasconda un’iniziale depressione.

Come prendere gli ansiolitici

La cura a base di ansiolitici deve iniziare per gradi a dosi crescenti e, soprattutto, non va cessata di colpo. «Magari si passa dalla formulazione in compresse a quella in gocce, abbassando lentamente nel tempo l’assunzione (del 10-20% in lenta progressione)», spiega Marchetti.

È possibile anche la terapia on demand, sempre dopo la visita medica: «In questi casi, chi ha già usato con beneficio quel farmaco dietro prescrizione medica, può riassumerlo al bisogno in una circostanza particolarmente ansiogena, come aiuto per superarla. Ma non deve diventare un’abitudine di tutte le settimane. Che sia una tantum», aggiunge l’esperto.

Gli esami necessari

Nel caso di problemi di insonnia, se il farmaco non ha efficacia nonostante alcune prove (cambiando dosi e molecola) occorre una visita specialistica di medicina del sonno e, in certi casi, la polisonnografia, cioè il monitoraggio del proprio riposo in ospedale per qualche notte. Per ansia e attacchi di panico può servire anche una visita dallo psichiatra.

Rischi ed effetti collaterali degli ansiolitici 

Assuefazione e dipendenza. «Gli ansiolitici sono terapie a termine. Prolungarne la durata porta al fatto che le dosi previste non bastano più, quindi si tende ad alzarle; l’efficacia è scarsa ma non è possibile smettere il farmaco senza avere un effetto rebound, cioè di ritorno repentino dei sintomi e tutti in una volta», avverte Marchetti.

«Un classico è l’aumento delle gocce oltre la massima dose per dormire, o prendere il farmaco al primo accenno d’ansia che, magari, si può gestire con una tecnica di respirazione controllata».

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