“Con Provenzano per rilanciare la strategia Aree Interne, ma basta lamentismo. Le classi dirigenti di Irpinia e Sannio si sveglino” – IL CIRIACO

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«La strategia per le Aree Interne c’è ed è reale. Ma servono idee, progetti, capacità di mettere insieme i territori. Il lamentismo non paga e le classi dirigenti di Sannio e Irpinia devono svegliarsi». Francesco Todisco, consigliere delegato del Governatore alle Aree Interne presenta la giornata di domani che vedrà l’arrivo in città del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

Con il Ministro si discuterà di Aree interne in un momento in cui le difficoltà, dopo 3 mesi di lockdown, appaiono ancora maggiori. Come se ne esce?

«La partecipazione del Ministro Provenzano ad un incontro prettamente istituzionale, rappresenta certamente un riconoscimento al lavoro svolto dalla Regione Campania sulla strategia nazionale nella programmazione 2014/20 e sulla programmazione 2021/27 con l’individuazione di nuovi territori indicati dal Governo che potranno entrare nella prossima strategia. Con il Covid il tema aree interne è diventato ancora più importante perché al dibattito che già si era sviluppato negli anni precedenti su spopolamento, desertificazione, mancanza di servizi, oggi si aggiunge la necessità di ragionare di riequilibrio territoriale. Dobbiamo capire come il nostro Paese può affrontare un’emergenza come quella della pandemia. C’è la necessità di lavorare per consentire ai nostri territori di dare risposte in questi termini e consentire la possibilità di implementare infrastrutturazioni digitali che consentano di ospitare cittadini, dando loro la possibilità di lavorare da casa, di fruire della telemedicina o della didattica a distanza».

Qual è allo stato la programmazione prevista dalla strategia nazionale per l’Irpinia?

«Nella programmazione 2014/20 l’Alta Irpinia è stata definita Pilota rispetto alla strategia nazionale e ci sono stati interventi nati dalla discussione venuta dagli amministratori locali del territorio. Sulla sanità, ad esempio, con la rifunzionalizzazione dell’ospedale di Bisaccia e con i nuovi servizi tele diagnostica, costruiti grazie a fondi nazionali e l’aggiunta di quelli regionali per l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi. C’è stata però una conflittualità tra gli amministratori di quel territorio, e questo è un dato innegabile. Senza coesione territoriale fra amministrazioni e popolazioni residenti, è difficile che la strategia possa portare a casa risultati positivi. Sono elementi che prescindono dalla valutazione su ciò che è stato fatto, ma rappresentano criticità da affrontare. Sulla prossima programmazione ci sono già proposte e candidature, tra queste la Comunità Montana della Valle Ufita che vuole entrare nella programmazione e che porterà avanti la progettazione».

C’è una polemica da parte del commissario Pd Aldo Cennamo (leggi qui). Perchè non sono stati invitati rappresentanti politici del territorio?

«Credo si tratti di una semplice incomprensione perché quella di domani non è una manifestazione politica. Mai mi sarei permesso di coinvolgere il Ministro per il Sud in una manifestazione politica in piena campagna elettorale, E’ un confronto istituzionale con i vescovi, le forze sociali e sindacali, i sindaci e gli amministratori. Probabilmente Cennamo è stato indotto in errore di valutazione e di lettura rispetto a questa giornata».

In questi cinque anni di amministrazione De Luca cosa è mancato nel rapporto con Irpinia e Sannio? Il Governatore è stato spesso accusato di aver sostituito il napolicentrismo con il salernocentrismo…

«Questa storia  del napolicentrismo, e ancor meno quella del salernocentrismo, è ridicola. C’è bisogno di un’affermazione da parte delle classi dirigenti locali di Irpnia e Sannio di un pensiero per il proprio territorio. Se leggiamo i numeri ad esempio su infrastrutture stradali, vediamo che questo Governo regionale ha messo in campo investimenti che non hanno precedenti. E’ innegabile su infrastrutture stradali, sanità, investimenti produttivi. C’è spesso però un deserto politico da parte della classe dirigente provinciale. Ci vuole autorevolezza e anche critiche se necessarie, ma il lamentismo sempre e comunque non porta da nessuna parte. Individuare il nemico esterno, che sia Napoli o Salerno, è una politica che fa male all’Irpinia».

Caldoro ad Avellino ha detto che De Luca non ha fatto altro che approfittare dell’accelerazione della spesa sulla vecchia programmazione, ottenuta durante il Governo di centro destra. Come risponde?

«Quella dell’accelerazione della spesa è una delle pagine più vergognose che la pubblica amministrazione abbia potuto conoscere. Pezzi di carta presentati all’ultimo momento in piena campagna elettorale pur di poter dire di aver fatto qualcosa. Un disastro che abbiamo pagato in termini di bilancio nei successivi anni e che soltanto la fatica incredibile di questo governo ci ha consentito di uscirne e di arrivare alla certificazione dei bilanci della Regione. Fossi in Caldoro eviterei di menzionarla quella storia, va relegata all’oblio politico amministrativo».

Lei sarà della partita con la lista Democratici e Progressisti con De Luca. A che punto è la composizione della squadra irpina?

«Un esperimento che prova a mettere in questa partita elettorale tradizioni politiche importanti, dalla sinistra e al cattolicesimo democratico, in maniera leale e competitiva verso il centrosinistra e il Pd. Siamo consapevoli dell’essenzialità di quel partito nella costruzione di un progetto di centrosinistra, ma altrettanto chiaramente sappiamo che da solo non è sufficiente. Il nostro è un laboratorio che guarda oltre le regionali, al governo delle amministrazioni comunali e al ritorno alla militanza di tanti dirigenti e cittadini nei territori. Sarà una lista composta da persone autorevoli che provengono anche da culture diverse dalla mia. Una lista rappresentativa di territori, esperienze ed entusiasmo. Saremo una bella sorpresa».



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