Perché correre ascoltando la musica fa andare più veloce

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Un doping naturale che migliora le performance sportive. La musica è anche questo, e a dirlo è la scienza. In verità, un po’ lo sospettavamo: chi non ha mai acceso la radio per sentire meno la fatica durante le faccende di casa? Non a caso, dal 2007, alla maratona di New York è vietato l’uso di cuffie e auricolari durante la gara per non concedere un “vantaggio competitivo” a chi corre con la musica nelle orecchie. Ma davvero le note sono così potenti?

«Nel 2014, su Scientific Reports è stata pubblicata una ricerca americana che ha dimostrato come l’ascolto della musica preferita attiva l’ippocampo, la sede cerebrale della memoria emotiva, quella che permette di ricordare le informazioni sensitivo-sensoriali legate agli eventi vissuti e i pensieri consolidati», spiega il dottor Enrico Nerboldi, psicologo dello sport a Vicenza (psiken.it). «L’ippocampo è il bibliotecario dei nostri ricordi, capace di trovare fra gli scaffali della mente il libro giusto che stiamo cercando. Ebbene, pare che la musica aumenti l’efficienza di quel bibliotecario, stabilendo nuove e più efficaci connessioni tra le cellule nervose, stimolando maggiormente l’attivazione cerebrale e regalando uno stato di aumentata eccitazione e attenzione».

Perché le sette note fanno bene

La musica influenza l’asse ipotalamoipofisario e il sistema nervoso autonomo, le zone del cervello che gestiscono le funzioni corporee involontarie, come il battito cardiaco: quando pratichiamo sport, quindi, modula una serie di risposte metaboliche e ci rende più performanti.

Uno studio pubblicato sul Journal of Sport and Exercise Psychology, a firma di Costas Karageorghis della Brunel University di Londra, sostiene che il pop e il rock siano in grado di aumentare del 15-20% la resistenza fisica e la resilienza nel mantenere più a lungo la motivazione.

«Inoltre, la musica innesca la produzione di endorfine e il rilascio di dopamina, noto come “ormone dell’euforia”, per cui migliora il benessere psicofisico, distrae dalla fatica e consente di portare più facilmente a termine l’allenamento», continua lo psicologo. Attraverso l’orecchio e il senso dell’udito, il suono musicale raggiunge la corteccia uditiva e, da lì, avviene la decodifica dell’informazione ricevuta (distinguendo toni e frequenze). Successivamente, l’informazione viene trasmessa alle altre aree del cervello (come la corteccia motoria e quella frontale).

«Infine, la corteccia frontale seleziona le informazioni musicali, rievocando ricordi o associando lo stimolo a contenuti emotivi, incentivando lo sviluppo o il mantenimento della motivazione, dello stato d’animo, del movimento, della memoria e dell’apprendimento, oltre a ridurre ansia o stress», chiarisce Enrico Nerboldi.

La musica, dunque, raggiunge il cervello e influenza lo stato psico-fisico, con un notevole impatto sull’animo: a seconda dei brani, può essere usata come stimolante (per “pomparsi” prima di una competizione oppure un allenamento) o sedativo (in modo da calmarsi e aiutare la focalizzazione nelle attività di concentrazione, come yoga, Pilates o meditazione).

Un aiuto extra nei movimenti

«Le potenzialità della musica vanno addirittura oltre, perché le note sono in grado di condizionare le funzioni esecutive, dettando il ritmo a battito cardiaco, respirazione e movimenti», puntualizza l’esperto. Questo può risultare utile soprattutto in discipline come corsa, ciclismo, canottaggio o sci di fondo, caratterizzate da movimenti ripetitivi nel tempo, perché la sincronizzazione permessa dalla musica può migliorare il rendimento.

«È piuttosto celebre il caso del maratoneta etiope Haile Gebrselassie, che il 18 febbraio 1998 segnò il record del mondo correndo a tempo con la canzone pop Scatman, selezionata perché il ritmo della musica si sincronizzava perfettamente con il ritmo dei suoi passi», aggiunge il dottor Nerboldi.

Peraltro, gli effetti della sincronizzazione sulla corsa sono stati dimostrati da uno studio del 2006, che ha evidenziato come la velocità in uno “sprint” di 400 metri sia di circa 0,5 secondi superiore negli atleti che ascoltano musica sincronizzata rispetto a un campione di controllo non condizionato da alcun brano.

Ok anche per la memoria

Come se non bastasse, i brani musicali migliorano l’apprendimento, per cui possono agevolare la memorizzazione di passaggi, posture o schemi delle attività sportive che prevedono ripetizioni coscienti e controllate. Grazie alla musica, poi, si attivano le cortecce visive di entrambi gli emisferi cerebrali e questo aiuta consapevolezza del corpo, di sé e coordinazione motoria.

«A risentirne positivamente è anche la motivazione: per esempio, se dobbiamo andare a correre ma la pigrizia ci assale, mettere un po’ di musica può aiutarci a trovare la carica necessaria per indossare le scarpe e partire», assicura il dottor Nerboldi.

Inoltre, una curiosità: se l’attività fisica richiede particolare concentrazione (ma questo vale anche nello studio o nel lavoro), può essere utile l’ascolto di suoni binaurali (dove l’orecchio destro e quello sinistro ricevono melodie, e dunque stimoli, leggermente diverse tra loro) e di onde alfa, beta, theta, delta e gamma. Sul web si possono trovare facilmente audio e video con queste sonorità, che aumentano la soglia di attenzione e il rilassamento profondo.

In alcuni sport è vietata

A dimostrare la potenza della musica è il fatto che la maggior parte degli atleti la usa per motivarsi, prepararsi mentalmente allo sforzo o calmare l’ansia da competizione. In un’intervista, il compianto fuoriclasse americano di basket Kobe Bryant dichiarò di aver sempre ascoltato la colonna sonora del celebre film Venerdì 13 per memorizzare lo stato emotivo da assumere prima delle partite.

La stella del centrocampo del Milan Gennaro Gattuso, invece, ascoltava Fix You dei Coldplay; l’ex juventino Alessandro Del Piero si orientava sul pop internazionale di Robbie Williams, Ricky Martin e degli Oasis; Zlatan Ibrahimovic utilizzava l’ascolto di 300 Violin Orchestra di Jeorge Quintero per entrare nello stato di massimo flow pre-competizione. L’allenatore Giovanni Trapattoni proponeva musica classica (Mozart in particolare) negli spogliatoi prima delle sfide importanti.

«Trattandosi di un vero e proprio doping naturale, l’ascolto di musica in cuffia è vietato (oltre che alla maratona di New York) nel ciclismo, compreso quello paralimpico, e nel triathlon», riferisce il dottor Nerboldi. «La decisione è dovuta sia a una questione di sicurezza, perché isolarsi dal mondo circostante può costituire una pericolosa distrazione per gli atleti, soprattutto in strada, sia per evitare “favoritismi” dovuti all’effetto della musica sulle performance».

Come scegliere il brano giusto

Una canzone vale l’altra? No, ci sono alcuni aspetti da tenere in considerazione per creare la playlist perfetta da ascoltare durante l’attività sportiva: ritmo energetico (la musica deve seguire il tipo di allenamento che stiamo per affrontare, per cui dovrà essere più calma o vivace a seconda che dobbiamo praticare yoga o meditazione piuttosto che corsa o aerobica), gusto personale (la musica preferita stimola un maggiore rilascio di dopamina e di tutti i suoi effetti a cascata), tempo e ritmo (la playlist deve assecondare l’allenamento, partendo con brani più “lenti” nella prima parte, alzando il ritmo dopo i primi 10- 15 minuti e poi decrescendo nuovamente per la fase finale di stretching).

«Un’ultima raccomandazione: la musica va sfruttata soprattutto negli allenamenti svolti in luoghi chiusi, mentre all’aperto è bene tenere un volume non troppo alto per mantenere un contatto con l’ambiente circostante ed evitare incidenti o pericolose distrazioni », conclude lo psicologo.

Crea la playlist perfetta

In base ai tuoi gusti musicali puoi creare una lista di canzoni personalizzata, utile per aiutarti a dare il massimo in allenamento.
Scegli i successi che preferisci fra quelli suggeriti.

Fase iniziale: riscaldamento. Allegra motivante

Justin Timberlake, Can’t Stop the Feeling! – Bon Jovi, It’s My Life – Queen, Don’t Stop Me Now – Drake, God’s Plan

Fase centrale: sforzo, resistenza. Forte, stimolante

Måneskin, Zitti e buoni – The Black Eyed Peas, I Gotta Feeling – David Guetta feat. Sia, Titanium – Daft Punk, One More Time

Fase finale: defaticamento, rilassamento, recupero, stretching. Dolce e rilassante

Oasis, Champagne Supernova – Ed Sheeran, Photograph – Giovanni Allevi, Back to Life – Ludovico Einaudi, Nuvole Bianche

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