Incendio doloso in un negozio di San Martino Sannita, in provincia di Benevento. Tre persone sono state arrestate questa mattina: una come esecutore materiale del raid incendiario e due come mandanti: la cosa clamorosa è che i due mandanti sarebbero proprio gli stessi titolari del negozio. Il movente? La riscossione dell’assicurazione.
Questa mattina è scattato l’ordine di custodia cautelare emesso dal gip di Benevento, all’esito delle indagini coordinate dalla Procura sannita e svolte dai carabinieri della compagnia di Benevento. In carcere è finito un 19enne, accusato di aver materialmente appiccato l’incendio, mentre per i due mandanti, un 45enne di Casal di Principe (Caserta) e una 34enne di Benevento, sono stati ristretti ai domiciliari.
I fatti risalgono al settembre del 2023, quando il negozio in questione venne completamente distrutto dalle fiamme. Sul posto i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile e della stazione di San Giorgio del Sannio: venne svolto un sopralluogo e vennero visionate le telecamere di sorveglianza della zona. Da qui l’individuazione di un ragazzo, che nel video si vedeva con il volto parzialmente coperto e che si allontanava precipitosamente dal negozio in fiamme, peraltro anche lui attinto dalle fiamme. Lo si vede togliersi i vestiti che avevano preso fuoco e gettarli nei pressi del negozio, per poi salire su una bicicletta elettrica.
Da qui la decisione degli investigatori di verificare se negli ospedali della zona fosse stato trasportato o visitato un giovane con ustioni sul corpo: cosa effettivamente avvenuta in un’azienda ospedaliera del napoletano, dove era stato ricoverato un giovane che per caratteristiche fisiche e per le ustioni riportate poteva essere compatibile con l’autore dell’incendio.
Nel frattempo le indagini avevano già iniziato a prendere la direzione dell’auto attentato: dal sopralluogo nel locale infatti erano emerse anomalie rispetto alle dichiarazioni rese dai titolari. Successivamente, in seguito a monitoraggi, pedinamenti, perquisizioni, intercettazioni e sequestri, e soprattutto in seguito all’ascolto dei testimoni, sono emersi elementi probatori importanti. Gravi indizi di colpevolezza nei confronti del 19enne e soprattutto nei confronti dei gestori dell’esercizio commerciale: secondo gli inquirenti avrebbero organizzato il tutto per ottenere un indennizzo assicurativo.